Giunte Miorandi e Valduga indagate dalla Corte dei Conti

Le ultime due giunte comunali di Rovereto e la dirigente del Servizio Finanziario del Comune Marisa Prezzi nel mirino della Corte dei Conti di Trento per un presunto danno erariale relativo alle pubbliche affissioni

di Matthias Pfaender

miorandi e valdugaLe ultime due giunte comunali di Rovereto e la dirigente del Servizio Finanziario del Comune Marisa Prezzi nel mirino della Corte dei Conti di Trento per un presunto danno erariale. In base a quanto accertato dalla Guardia di Finanza l'affidamento in concessione, tra il 2009 ed il 2013, «dei servizi delle pubbliche affissioni, dell'accertamento e della riscossione dell'imposta comunale sulla pubblicità, nonché dell'accertamento e della riscossione della tassa di occupazione aree pubbliche» avrebbe causato un buco di poco superiore ai 230mila euro.


La vicenda è lunga, intricata e grave. Lo stesso procuratore generale Paolo Evangelista parla di «violazione dei valori dell'economicità, dell'efficacia e dell'efficienza dell'attività amministrativa». Oltre che di «colpa grave imputabile al dirigente».


Tutto ruota attorno ai soldi che i privati versano al Comune per pubbliche affissioni e occupazione del suolo pubblico. Il Comune di Rovereto dal 1993 in avanti ha affidato l'accertamento e la riscossione delle due imposte a ditte private. Prima alla Asa srl. Dal 2000 in poi alla Ica srl, impresa romana cui è tuttora in capo il servizio, grazie a una serie «infinita» di proroghe.

 

La Ica è fornitore anche del Comune di Trento. Ma, a differenza di quanto accade nel capoluogo, nella Città della Quercia i servizi della Ica costano molto di più. A Trento l'aggio (la percentuale sulle somme riscosse per conto delle istituzioni che gli esattori sono autorizzati a trattenere come compenso) è del 6,99%. A Rovereto per le stesse attività la Ica trattiene il 16,9%. È proprio sul raffronto sul modello Trento che i giudici hanno stimato il danno erariale a Rovereto, dove in aggiunta la Ica srl trattiene pure il 100% dei versamenti per i servizi svolti di notte o nei festivi, in contraddizione con quanto prevede la normativa di riferimento.


Ma non c'è solo l'aggio anomalmente alto. La Corte dei Conti punta il dito anche contro la modalità dell'assegnazione del servizio alla Ica. Nel 2006 il Comune proroga la concessione con la Ica per l'ottava volta consecutiva invece di indire, come la legge avrebbe previsto, un confronto concorrenziale tra più imprese. Un passaggio, sostiene la Corte, tanto più grave in quanto fatto contro le indicazioni degli stessi uffici comunali, che in giunta bollavano come «illegittima» un'eventuale ulteriore proroga.

 

Ma ancora peggio, secondo i giudici, è stato fatto con le due successive gare per l'assegnazione del servizio, nel novembre 2011 e settembre 2013. Gare che hanno sempre visto la sola Ica Srl partecipare al confronto, aggiudicandoselo peraltro con ribassi di aggio minimi, 15% su base di 17%, a differenza di quanto accaduto a Trento, dove per vincere sono serviti ribassi «veri»: 6,99% su base d'asta del 15%. E ancora: l'aggio a Rovereto è stato poi «addirittura aumentata al 16,9%, con un ribasso irrisorio rispetto alla base d'asta al 17%».


Le parole più dure della Corte sono verso Prezzi: «Le modalità con le quali ha predisposto le procedure di gara presentano diversi profili di criticità e, in sostanza, non hanno consentito un reale confronto concorrenziale. I tempi di convocazione e di presentazione delle offerte (...) appaiono del tutto inadeguati all'importanza del servizio ed hanno determinato l'assenza di un numero sufficiente di offerte. La violazione dei valori dell'economicità, dell'efficacia e dell'efficienza dell'attività amministrativa appare ancora più evidente in occasione della seconda gara (...)» quando «ha invitato le medesime ditte con tempi di convocazione e presentazione ingiustificatamente ristretti tali da rendere quasi impossibile una effettiva partecipazione. Ciò dimostra la sussistenza della colpa grave imputabile al dirigente».

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