Giovane violentata a Marco

Una giovane donna è stata stuprata attorno alle due di notte a Marco di Rovereto, a poche centinaia di metri del centro di accoglienza dei richiedenti asilo politico. La vittima era uscita per portare il cane a fare i bisogni quando un uomo l'ha spinta a terra e ferita: «Era arrabbiato, mi urlava contro ma non lo capivo». Immediate le indagini delle forze dell'ordine, che lavorano senza escludere alcuna ipotesi: ma gli ospiti sono già stati sottoposti al test del Dna. Il Comune: quel centro va chiuso 

marco rovereto centro profughi L'asfalto ruvido sotto il viso, le urla rabbiose in una lingua sconosciuta, il peso e l'odore di un corpo sconosciuto sulla schiena. Tutto attorno silenzio, nessuno che può vedere e aiutare. E poi la violenza carnale, il dolore, la paura. È durato poco più di un minuto, ma sono stati e saranno i sessanta secondi più brutti di una vita.
Venerdì, poco dopo le due di notte, una giovane mamma di Marco è stata violentata. È stata aggredita di spalle, in via Ruina Dantesca, una stradina al limitare dell'abitato, il luogo dove tantissimi residenti portano a spasso i cani. È quello che anche la vittima stava facendo venerdì notte: il suo animale si è allontanato ed è in quel momento che l'uomo l'ha avvicinata.
Tutto è avvenuto in poco tempo. Lui la getta a terra, urla, sembra arrabbiato; lei prova a divincolarsi, ma il maschio è troppo forte e comincia lo stupro. Poi qualcosa induce l'uomo a interrompere l'atto vergognoso, forse crede che stia arrivando qualcuno e fugge.
La donna rimane a terra, singhiozzante e insanguinata. Ha solo intravisto il volto del suo aggressore; ha percepito che era giovane e forte, è sicura che parlasse un'idioma a lei sconosciuto.
Si alza a fatica, si trascina verso casa e lì racconta tutto a una parente che riesce a chiamare i carabinieri. La notte silenziosa di Marco viene illuminata dalle sirene: la ragazza viene trasportata al pronto soccorso, dove rimane per tre ore e dove i sanitari attestano che il suo corpo aveva subito una violenza sessuale.
La denuncia dà il via alle indagini, in capo alla Compagnia di Rovereto e al Nucleo investigativo di Trento, coordinate dal pm Giorgio Valerio Davico. A poche centinaia di metri in linea d'aria da dove è avvenuto lo stupro c'è il centro di accoglienza per i richiedenti asilo, che al momento accoglie 70 uomini: la priorità delle forze dell'ordine è stata quella di identificare tutti coloro che in quel momento soggiornavano all'ex polveriera, anche come forma di tutela nei loro confronti.
Già prima dell'alba le camionette di polizia e carabinieri cominciano a fare la spola tra la struttura dei Lavini, il commissariato e la caserma. A tutti i richiedenti asilo viene fatto il test del Dna, eseguito con un tampone per la saliva. Tutti sono stati collaborativi e i risultati saranno disponibili tra qualche giorno. Le indagini non si limitano all'ex polveriera, e al momento non è esclusa nessuna ipotesi riguardo all'aggressore, ma per gli inquirenti era importante riuscire ad avere un quadro completo di coloro che, nelle ore a ridosso della violenza, erano ospitati nei container.
La notizia si diffonde e le reazioni si moltiplicano: Marco è sotto shock, perché l'aggressione di una concittadina è un trauma collettivo. Nel pomeriggio è annunciato il sit-in della Lega e attorno alle 11 all'ex polveriera arriva il questore Giorgio Iacobone, reduce da un vertice con il presidente della Provincia Ugo Rossi, perché ormai è chiaro che ciò che è avvenuto in via Ruina Dantesca avrà conseguenze politiche importanti. «Smantellare il campo, subito», è stato il commento del sindaco Miorandi, mentre il Carroccio sentenzia: «L'avevamo sempre detto che quelli non dovevano stare qui».

 

IL COMUNICATO DELLA PAT

Il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi è stato informato stamani di un presunto caso di violenza carnale ad una giovane donna avvenuto questa notte a Marco di Rovereto, nei pressi della sede della protezione civile adibita in questo momento a campo di prima accoglienza per immigranti e richiedenti asilo. Successivamente il presidente ha partecipato, presso il Commissariato del Governo, ad una riunione del Comitato di ordine pubblico per acquisire tutti gli elementi e valutare la situazione. «Esprimiamo innanzitutto vicinanza e solidarietà alla vittima - ha detto Rossi -. Rimaniamo ora in attesa dell'esito delle indagini, che hanno un carattere straordinario e che prevedono l'effettuazione del test del dna sui 70 ospiti della struttura di accoglienza». A margine dell'incontro il presidente Rossi ha sottolineato come sia necessario che  il Governo e il Parlamento si attivino al fine dell'adozione misure  che, nel rispetto della dignità e dei diritti delle persone, possano consentire l'esercizio di un maggiore controllo su situazioni delicate come quella dei campi profughi, a tutela dei diritti dei cittadini.

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