Contributi casa,  sorridono in pochi

Sui contributi per acquisto e ristrutturazioni d'abitazioni, nel Roveretano, in pochi saranno soddisfatti: degli 800 che la casa la volevano comprare, meno di 80 riceveranno un aiuto. Mentre sul fronte interventi sul patrimonio edilizio esistente delle 1057 domande di privati, solo 232 saranno accolte. Col risultato che, adesso, tra il piccolo esercito di coloro che hanno fatto domanda, un po' di malumore serpeggia. E, con esso, il timore che siano facilitati coloro che tutto sommato avrebbero potuto pure fare da soli

di Chiara Zomer

edilizia casa muratore crisiROVERETO - L'aria che tirava la si era capita già all'indomani della chiusura del bando. Perché i soldi sul tavolo erano quelli che erano. E le richieste superavano ampiamente la possibilità di farvi fronte. Ora, a bocce ferme, si possono fare i conti. Sui contributi per acquisto e ristrutturazioni d'abitazioni, in pochi saranno soddisfatti: degli 800 che la casa la volevano comprare, meno di 80 riceveranno un aiuto. Mentre sul fronte interventi sul patrimonio edilizio esistente delle 1057 domande di privati, solo 232 saranno accolte. Col risultato che, adesso, tra il piccolo esercito di coloro che hanno fatto domanda, un po' di malumore serpeggia. E, con esso, il timore che siano facilitati coloro che tutto sommato avrebbero potuto pure fare da soli.

 

Un ragionamento che tuttavia si può indirizzare alla Provincia, certo non alla Comunità di valle, che questi contributi ha gestito. Perché i criteri per l'assegnazione erano stabiliti dalla legge provinciale. «Noi abbiamo cercato solo di gestire la partita garantendo che non venissero, per errore o per dolo, agevolate persone che non ne avevano diritto - osserva ora l'assessore della Comunità di Valle Claudio Soini - sui criteri per l'assegnazione dei contributi forse un ragionamento andrebbe aperto, soprattutto per quelli per l'acquisto. Ma la riflessione va fatta a livello provinciale, stando così le cose».


Sì perché è più o meno una partita di giro: Trento decide quanto per ogni territorio, quando vanno erogati i contributi e sulla base di quali ragionamenti. Alla Comunità resta l'immane lavoro sul fronte burocratico. Nessun potere discrezionale o di decisione circa l'opportunità di un tipo d'intervento piuttosto che un altro. Per ora le cose stanno così.


Ristrutturazioni. Era la partita grossa, sia in termini economici - dopo il raddoppio del budget, la Provincia aveva messo sul tavolo 7 milioni di euro - sia rispetto all'attenzione dell'utenza. Com'è andata, è noto: 232 privati, 5 condomini (a fronte dei 57 che avevano fatto richiesta) e solo un ente pubblico (l'Apsp Galvagni) potranno ragionare dei tempi della cantierizzazione. Le graduatorie (consultabili sul sito della Comunità o nella sede di via Tommaseo) dipendono da tre fattori: il valore dell'Imu pagata l'anno precedente, nel senso che minore era l'imu maggiore il punteggio, l'entità dell'intervento (agevolati i più importanti) e il tipo di lavori. Perché si potevano realizzare opere per il miglioramento energetico o di altro genere. Ma nel primo caso il punteggio era maggiore.

 

«L'unica cosa che potevamo fare noi - spiega l'assessore Soini - era assicurarci che questi criteri venissero rispettati davvero. E lo abbiamo fatto, proprio perché i fondi non bastavano a coprire tutte le richieste. Abbiamo istituito una commissione tecnica, che ha rivisto le domande». L'inserimento dei lavori nel capitolo «ricco» del miglioramento energetico, infatti, dipendeva da un'autocertificazione. Si è voluto andare a controllare foglio per foglio, sai mai che per errore (o per altro) un intervento che nulla aveva a che fare con l'energia finisse in quel capitolo. «Discrepanze? Ne abbiamo trovate parecchie» spiega Soini.


Acquisto. Qui la vera ecatombe: 800 domande, un'ottantina quele accolte. E qui i criteri erano diversi. Contavano solo gli anni di residenza in Trentino, il numero di figli e l'Icef. Con un dato che farà irritare molti: parecchi tra coloro che hanno ottenuto i contributi hanno Icef 0. E i conti faticano a tornare. Perché se si è messi così male, dev'esserci qualcuno che foraggia. Magari genitori benestanti. Nulla di male. Ma chi invece una famiglia dietro non ce l'ha, che possa aiutarlo, si vede scavalcato da chi forse parte già avvantaggiato. Ma i criteri, come detto, sono Provinciali. In via Tommaseo non possono che applicarli.

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