Cei, l'orso fa razzia nel pollaio

L'orso è tornato a zampettare in destra Adige. E a farne le spese è stato, per la seconda volta nello spazio di qualche settimana, il signor Guido Piffer. O meglio i suoi animali: dopo le pecore, sbranate qualche tempo fa, mercoledì notte è stata la volta delle galline. Due, per la precisione, servite a placare la fame del plantigrado

L'orso è tornato a zampettare in destra Adige. E a farne le spese è stato, per la seconda volta nello spazio di qualche settimana, il signor Guido Piffer. O meglio i suoi animali: dopo le pecore, sbranate qualche tempo fa, mercoledì notte è stata la volta delle galline. Due, per la precisione, servite a placare la fame del plantigrado.
Dopo l'ultima incursione, l'animale sembrava essersi avviato verso il Bondone, lasciando definitivamente l'area di Cei. Invece a quanto pare qualcosa deve avergli impedito di proseguire la marcia, posto che da qualche settimana l'esemplare - sembra si tratti di un maschio - si fa notare nella zona di Bellaria e Cei. Mercoledì scorso, di prima mattina, degli automobilisti ne hanno segnalato la presenza sulla strada verso il lago: ha attraversato, incurante ovviamente dei pericoli per se stesso e per chi fosse passato in quel momento sulla strada. Un'incursione in zone vicine alle abitazioni, dunque, forse alla ricerca di cibo non trovato altrove.
La notte successiva il plantigrado s'è mosso in modo decisamente più impattante. D'altronde la strada ormai la conosceva: la struttura di Piffer è una casetta di campagna a Bellaria dove l'uomo, un pensionato che vive in valle ma si diletta con l'allevamento, ricovera gli attrezzi e appunto gli animali. E proprio lì, meno di tre settimane fa, l'orso s'era fatto vivo, addentando due pecore e un agnello, protette da una recinzione che non era dotata di corrente elettrica. Per questo, all'indomani del precedente attacco, la squadra di forestali aveva dotato il recinto di corrente elettrica: spesso questo è sufficiente per far desistere il plantigrado eventualmente in caccia. Ma quell'espediente non è riuscito a salvare il pollaio. La scorsa notte l'orso è riuscito ad introdursi nella struttura ed ha addentato due galline. Un danno tutto sommato limitato, certo. Ma che, aggiungendosi a quello di solo poche settimane fa, rischia di creare dell'allarme in una zona finita nel passato anche in altre occasioni nel mirino dell'animale.
Immediato è comunque partito l'allarme ai forestali, che sono saliti a Bellaria per rendersi conto dell'accaduto e per cercare di capire, attraverso gli eventuali segni della razzia, di che animale si tratti, dei circa quaranta esemplari attualmente presenti nei boschi trentini.
Quanto alla zona di Cei, resta la perplessità per una presenza che si sta facendo meno invisibile che in passato. Questa è la quarta incursione del plantigrado. È dell'anno scorso, infatti, la visita dell'animale a casa del vicesindaco Romina Baroni, in cui durante la notte l'animale era riuscito a introdursi nella struttura che ospitava i conigli, e aveva sbranato un'adulta con i suoi cuccioli. Dopo mesi di tranquillità, questa primavera nuove razzie: a metà maggio l'incursione a Savignano, dove sono state trovate morte tre pecore, e qualche giorno dopo a Bellaria, dove appunto finirono tra le fauci dell'orso due ovini solo tre settimane fa. Giovedì mattina, infine, i segni inequivocabili di un'ulteriore visita in quel pollaio. E anche se non mancano le rassicurazioni, posto che l'orso non è animale che cerca il confronto con l'uomo se non provocato, il rischio che aumentino i timori tra la popolazione resta concreto.  C.Z.

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