Politica / Centrodestra

Riva, via l'assessore di Meloni, ira di Urzì contro Santi, ma FdI resta in maggioranza

Grande è la confusione, la sindaca spiega che ha dovuto «licenziare» Salizzoni per «difficoltà e disagio nell’espletare le sue funzioni» e lui replica: «Sono basito»

di Davide Pivetti

RIVA DEL GARDA. La maggioranza di Cristina Santi non perde pezzi, Fratelli d'Italia continuerà a sostenerla anche senza assessorato, ma i rapporti tra il partito di Giorgia Meloni e gli alleati scivolano sotto ai minimi sindacali.

Una giornata frenetica di prese di posizione e comunicati quella di ieri, con la sindaca che ha ufficializzato il ritiro delle deleghe all'ormai ex assessore Silvio Salizzoni con un decreto che l'interessato ha ricevuto martedì sgomberando già ieri mattina il suo ufficio.

Uno scritto, quello della sindaca, che però non è proprio piaciuto a Salizzoni: «Sono emerse difficoltà nello svolgimento delle funzioni da parte di Salizzoni - ha scritto Cristina Santi nell'atto ufficiale - che si sono acuite nell'ultimo periodo. Tale situazione è dovuta probabilmente alla ripresa delle attività economiche e sociali che di fatto ha aumentato i ritmi delle richieste a cui dare soluzione, rendendo purtroppo impraticabile il permanere del signor Salizzoni nel ruolo di assessore».

Non solo. La sindaca scrive anche che Salizzoni «ha evidenziato difficoltà e disagio a relazionarsi con il consiglio comunale, con il suo stesso gruppo e con gli attori tipici delle deleghe assegnate».

Santi conclude segnalando di aver «più volte invitato alle dimissioni Salizzoni senza che ne seguisse alcuna iniziativa» e che «tali circostanze hanno influito sul corretto funzionamento dell'organo collegiale facendo venir meno il rapporto fiduciario».

Una critica diretta all'ex assessore sostanzialmente considerato non all'altezza del compito. Motivazioni che hanno fatto sobbalzare l'interessato: «Sono basito, non c'è stato alcun accenno o segno premonitore - dice Silvio Salizzoni - dal punto di vista umano c'è profondo disappunto. Non sono mie le deleghe alle attività economiche, ma proprio del sindaco, così come quelle sociali del vicesindaco. Non sono mai stato informato di eventuali mie carenze, i miei compiti li ho sempre svolti impeccabilmente, né mi è stato chiesto in questi mesi di dimettermi. Non sono mai mancato a una seduta di giunta, né a una riunione di maggioranza, né a un consiglio comunale, non capisco quale organo collegiale avrei potuto danneggiare».

Salizzoni comunque resta in maggioranza e continuerà «il percorso in consiglio per la fiducia espressa nei miei confronti dai cittadini».

E se l'ex assessore resta sul piano personale e umano, è il commissario trentino del suo partito, Alessandro Urzì (uno che non le manda a dire) a scatenare un polverone sul piano politico. Prima di tutto attaccando a testa bassa l'alleato rivano autonomista: «Spiace che con una vicesindaca e braccio destro indagata per falso in atto pubblico (e fonte di grave imbarazzo per l'intera amministrazione sinora tenuto sottotraccia) la sindaca di Riva abbia trovato il tempo di occuparsi del ritiro delle deleghe a Salizzoni, a cui esprimiamo tutta la solidarietà. La scelta di Santi complicherà, invece che agevolarlo, il lavoro della maggioranza a dispetto del gran numero di incompiute da parte dell'amministrazione. Una decisione, quella del ritiro delle deleghe, dettata da appetiti di poltrone e personalismi interni alla locale Lega rivana e alle liste civiche, che nulla hanno a che vedere con la buona amministrazione. FdI continuerà a mantenere i propri impegni sul programma elettorale».

Urzì ricorda a Santi che è «il consenso ottenuto da FdI che le ha permesso di essere eletta» e teme un «vortice di poltrone finalizzato solo a creare altre poltrone».

Urzì conclude considerando Santi «l'esecutrice materiale» di scelte altrui e «ora più debole perché ostaggio di scelte delle segreterie locali».

La replica di Patt e Polo civico non si è fatta attendere: «È evidente che Fratelli di Italia da oggi non fa più parte della maggioranza e rompe l'accordo programmatico amministrativo sancito nel "Patto per Riva". Perché Urzì questo vuole comunicare attaccando così l'amministrazione. Troviamo squallide le sue parole nei confronti sia della sindaca, definita un burattino, che della vicesindaca sulla quale fino a ieri Urzì non aveva nulla da obiettare. Calpesta l'autonomia della sindaca nel giudicare il lavoro dei propri assessori. Questo non toglie che umanamente siamo dispiaciuti per Salizzoni contro il quale non abbiamo nulla, anzi, ma noi le decisioni e l'autonomia della sindaca le rispettiamo».

Poi l'affondo del Polo civico autonomista in chiave provinciale: «Urzì si preoccupi del suo partito che non ha nessun rappresentante in giunta in nessun comune trentino, e che da oggi apprendiamo non fa più parte della maggioranza rivana. Avremmo auspicato un diverso stile nel comunicare questa decisione. Noi proseguiamo il nostro impegno programmatico e amministrativo, perché gli unici a cui dobbiamo rispondere sono gli elettori».

Un'interpretazione, sull'uscita dalla maggioranza, smentita in serata da un'ulteriore nota di FdI: «Dopo avere convintamente sostenuto il programma politico di Santi, FdI non potrà (per coerenza sconosciuta ad altri) non continuare a sostenere il proprio programma. Noi sostenevamo la candidata sindaca quando Patt e Polo civico facevano ancora campagna elettorale come suoi avversari. Fa piacere che poi cambiarono idea, in cambio di importanti assicurazioni sugli incarichi da ottenere».

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