Salute / Il caso

Pronto Soccorso di Arco, è emergenza personale, via tre medici e la Provincia precetta i dottori di Medicina: domani la protesta di Onda Civica

Sotto attacco l’assessora Segnana, che a inizio legislatura favoleggiava un reparto di Neurochirurgia: «invece la realtà è un progressivo indebolimento di tutti i servizi, situazione che si affronta “tamponando”, senza un disegno»

ARCO. Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Arco è in emergenza: un altro medico sta per lasciare, l’operatività è a rischio e domani, martedì 31 maggio alle ore 15. davanti all’Ospedale Civile,o si terrà una manifestazione di protesta dei cittadinii organizzata da Onda Civica, con il consigliere provinciale Filippo Degasperi.

Le motivazioni – si legge in un comunicato – sono la forte preoccupazione per il servizio, alle porte di una stagione turistica di incremento delle presenze, la cronica mancanza di medici e le mancate soluzioni dopo le promesse dell’assessore alla sanità Stefamia Segnana.

Scrive Onda Civica nel comunicato:

«Dalla creazione di un nuovo reparto di alta specializzazione all’uso di medici del Reparto di Medicina al Pronto Soccorso. Questo è il tragitto disperante compiuto dall’Assessorato alla Sanità durante questa legislatura nei confronti dell’Ospedale di Arco.

Tradizionalmente nella struttura arcense Pronto Soccorso e Medicina, pur parte di una Unità Operativa, hanno sempre vissuto di vita propria, garantendo alla comunità una grande qualità di servizio dovuta anche alla specializzazione del personale medico ed infermieristico.

Negli ultimi mesi però, al Pronto Soccorso di Arco sono via via venuti a mancare, per ragioni diverse, tre medici mentre un quarto ha chiesto ed ottenuto il lavoro a part time. Da tempo la situazione è stata, da Assessorato ed Azienda Sanitaria, tamponata con turni forzati e personale a gettone.

Cosa che non poteva reggere. Ecco ora la soluzione prospettata dalla Provincia: mandare al Pronto Soccorso i medici dell’organico di Medicina. Un decisione che rischia di trasferire in quel reparto ulteriori e gravi criticità. Prima di tutto, come rileva il consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi in una interrogazione consegnata al presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder, "agli specialisti di Mediina mancano una formazione e una preparazione specifica per la gestione della casistica dell’emergenza”.

Poi, spostando personale da Medicina si otterrà anche il risultato del rallentamento dell’attività dei laboratori e dell’allungamento delle liste di attesa. Infine, nel Pronto Soccorso verrà ad operare del personale non specificamente preparato a quel tipo di attività di emergenza, aumentando di molto il rischio clinico per pazienti ed operatori.

La carenza di personale medico nelle strutture ospedaliere dell’Autonomia si fa ogni giorno più allarmante: questo è dovuto alla miope politica, in campo locale e nazionale, del numero chiuso nelle scuole di Medicina e di specializzazione. Ma anche all’incapacità di attrazione del sistema sanitario trentino di nuovi professionisti. Il fenomeno è ormai di una gravità evidente: molte condotte mediche sono scoperte, sempre più medici si stanno allontanando dai nostri ospedali e i reparti di Pronto Soccorso sono i primi a soffrire di queste carenze.

Ma in tutta la legislatura poco o nulla si è fatto per cercare di fermare la deriva, il grave disservizio ai cittadini, senza un disegno generale e lungimirante di riforma e con tentativi di “tamponamento” che non possono che portare ad un sensibile peggioramento della qualità del servizio.

All’inizio di legislatura l’Assessora alla Sanità Segnana aveva promesso che si sarebbe spesa per l’apertura di un reparto di Neurochirurgia ad Arco ed ora il rischio per l’Ospedale è invece quello di disporre di un Pronto Soccorso non all’altezza delle richieste dei cittadini. Con una Giunta Provinciale ed un’Azienda Sanitaria che si dimostrano di giorno in giorno incapaci di rispondere con un disegno di riforma alle sfide di un post pandemia di Covid che ha segnalato tutte le manchevolezze di un settore sanitario su cui per anni le diverse giunte provinciali si sono accanite mettendo al centro il risparmio e il contenimento della spesa, rispetto alle esigenze reali di salute della popolazione».

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