Progetto del Liceo Maffei: adesso tutti chiedono la modifica, "un bunker di cemento impattante"

di Paolo Liserre

Il coro è all’unisono: così com’è il progetto del nuovo liceo «Andrea Maffei» non va bene, è troppo impattante dal punto di vista ambientale, brutto da quello architettonico, anche poco funzionale a cominciare dal fatto che l’intervento complessivo non prevede nessun tipo di miglioria e ammodernamento sulla parte esistente, il “cuore storico” del liceo. Lo ha detto nelle settimane scorse la giunta Santi, adesso lo ribadiscono e lo mettono nero su bianco il consiglio d’istituto (all’unanimità) e l’associazione culturale «Riccardo Pinter» che ha sottoscritto un documento ufficiale inviato a Palazzo Pretorio.

Il consiglio dell’istituzione scolastica ha presentato in tal senso una serie di osservazioni in cui si contestano alcune scelte progettuali e si chiede a gran voce «un contestuale intervento di miglioramento anche sul vecchio edificio». «Il consiglio - si legge nelle osservazioni - ritiene che l’attrezzatura di un’area non specificatamente destinata all’attività sportiva sia la scelta migliore rispetto alla proposta di costruire un’area sportiva sopraelevata. Un’area ricreativa, arredata con verde e parzialmente ombreggiata, viene considerata una soluzione più adatta visto che le attitivà sportive all’aperto possono facilmente essere praticate nell’area dell’Oratorio, peraltro poco distante. Inoltre - prosegue il documento - si evidenzia ancora una volta l’assoluta scarsità delle areee verdi nel progetto, molto gradite e utili come aree di socialità e ricreazione. Anche per questo la progettazione dell’edificio in costruzione (che già per se stessa risulta decisamente impattante nelle sue forme, sia viste dall’interno che dall’esterno) ne risente in maniera decisamente negativa».

C’è poi il capitolo riguardante la struttura esistente, quella storica: «Nel contesto progettuale - sottolinea il consiglio d’istituto - non è previsto alcun intervento relativo ai piani inferiori del vecchio edificio, che manifesta un evidente degrado, sia esternamente che ancor più internamente; per quello che è dato capire, esso resterà sottoutilizzato. Non saranno neppure rifatti gli impianti tecnici a partire dal riscaldamento, infissi e pavimentazioni, con il risultato che si avrà un edificio nuovo che spicca per caratteristiche di sostenibilità ambientale accanto alla parte storica con caratteristiche opposte».

Sulla stessa lunghezza d’onda è sintonizzata l’associazione culturale «Riccardo Pinter»: «Di fronte ad un edificio discutibile nella sua architettura ma tecnicamente ultramoderno, che senso ha lasciare il vecchio “nobile“ trascurato? Secondo la nostra associazione serve un intervento di miglioramento anche sul vecchio edificio». Ma l’attenzione del sodalizio guidato dal presidente Graziano Riccadonna si sofferma in particolar modo sull’aspetto architettonico del nuovo complesso compreso tra viale Lutti, viale Damiano Chiesa e viale Pernici: «La nuova volumetria progettata - afferma la Pinter - si presenta come un rigido uniforme parallelepipedo con fronti unanimemente piatti che cinge quasi assediandolo, il vecchio edificio storico che viene posto in contrasto stridente con le facciate dei nuovi edifici. Il suo stile originario non viene ripreso per nulla. Secondo la nostra associazione, la storia e il paesaggio urbano hanno un valore molto forte e quindi avvertiamo il pericolo di un ulteriore impoverimento del paesaggio urbano già appesantito dalla presenza del compendio “Ex Agraria”. Anche una notevole parte della popolazione residente assiste alla realizzazione con la preoccupazione che sia un ennesimo intervento peggiorativo».

«Di fronte a queste sollecitazioni - fa sapere l’assessore alle opere pubbliche Pietro Matteotti - è intenzione della giunta verificare con attenzione le possibili migliorie e fare di tutto per metterle in pratica. Ci metteremo mano, fermo restando che non vogliamo bloccare nessuna opera strategica e per giunta attesa da anni».

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