Progetto «Wedding Arco», Mandelli si dimette perché non digerisce la «propaganda lgbt»

di Roberto Vivaldelli

Stefano Mandelli, membro del consiglio d'amministrazione di «Amsa srl», ha formalizzato le sue dimissioni dalla società di proprietà del Comune di Arco. Motivo? Le scelte dell'amministrazione comunale nell'ambito del progetto «Wedding Arco», in cui Amsa è direttamente coinvolta. In particolare, Mandelli non ha digerito «la propaganda lgbt» che l'amministrazione comunale promuove attraverso questo progetto e il fatto che tale scelta non sia stata opportunamente condivisa con la stessa Amsa. Nel logo del progetto «Wedding Arco», infatti, compaiono due papillon che sarebbero un esplicito riferimento rivolto alle coppie omosessuali. Una scelta che, secondo l'ex consigliere, «è viziata dal conformismo dilagante e da una scelta ideologica».  

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Le motivazioni sono state formulate per iscritto nella sua lettera di dimissioni che ha consegnato alla giunta: «Da tempo l'amministrazione del Comune di Arco ha intrapreso, in collaborazione con Amsa, l'interessante progetto denominato "Wedding in Arco". Esso si pone come obiettivo quello di caratterizzare il Comune come destinazione per matrimoni che porterebbero beneficio alle attività turistico-commerciali presenti sul territorio. L'iniziativa punta ad organizzare il maggior numero di eventi e pertanto dovrebbe esser rivolta alla maggior platea possibile di persone che intendono sposarsi, ma pare che nello sviluppo di tale progetto l'amministrazione abbia voluto rivolgersi principalmente ad una minoranza dei possibili soggetti interessati, dando un taglio esplicitamente a favore delle unioni omosessuali riscontrabile sia nel materiale promozionale che nel logo del progetto stesso».  

Una linea, dettata dalla giunta e dall'amministrazione, non condivisa da Mandelli: «Ritengo che questa linea, assunta in autonomia dall'amministrazione, non sia stata concordata con Amsa, la quale però viene chiamata ad accettarla in quanto co-responsabile del progetto. Nelle mie possibilità ho espresso più volte il mio dissenso e contrarietà tentando anche di intervenire sulla modifica del logo che pare rappresentare una associazione gay più che una wedding destination per tutti. Il mio tentativo di correggere il tiro dato a questa iniziativa è stato oggetto di discussione nel cda e dò atto a tutti i membri dello stesso di avere contribuito fattivamente anche se non ha avuto l'esito sperato. Il cda - prosegue - avrebbe anche espresso una preferenza per una possibile variante del logo ma non è stata accettata e, secondo le indicazioni della giunta, nessuna modifica verrà apportata. Sarebbe stato più corretto che Amsa fosse stata chiamata ad un ruolo più attivo nel progetto senza dover accettare delle scelte compiute, non fosse altro che figura come committente nei confronti del consulente preposto alla stesura del progetto. Allo stato attuale l'amministrazione e Amsa quindi continueranno lo sviluppo del progetto su una linea che ritengo essere totalmente non condivisibile. Ribadisco che l'affiatamento all'interno di Amsa è massimo e condivido tutte le scelte che sono state fatte dal cda».

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