Riva, maxi furto in appartamento Cassaforte forzata e gioielli spariti

di Paolo Liserre

Ammonta a svariate migliaia di euro in gioielli, catenine, bracciali, ori e diversi altri oggetti di valore, il bottino del colpo messo a segno in questi giorni in zona da una banda a caccia di cassaforti, forse la stessa che ha già colpito due volte a distanza di pochi giorni poco prima di Natale, in quel caso a Riva del Garda.

L'ultimo «raid» è avvenuto in via delle Grazie, quasi al confine tra Arco e Riva, in una casa a schiera peraltro non particolarmente isolata. E la dinamica del fatto assomiglia molto al primo colpo messo a segno alla metà di dicembre, in quel caso in viale dei Tigli.

Quando il ladro o i ladri sono entrati in azione era metà pomeriggio e in casa non c'era nessuno. I malviventi hanno scelto una finestra sul retro per entrare, hanno rotto il vetro senza farsi sentire dai vicini e poi tranquillamente aperto la finestra e penetrati nell'appartamento. Le ricerche del bottino e di oggetti di valore sono andate avanti per qualche minuto, fino a quando la banda non ha trovato quello che probabilmente cercava sin dall'inizio: una cassaforte a muro nascosta dietro un quadro.

Che i malviventi sapessero che in quella casa c'era una cassaforte e cercassero proprio quella sembrerebbe dimostrarlo il fatto che erano muniti di una mola a disco e con quella hanno lavorato per aprire il forziere e prelevare gioielli, ori, collanine e oggetti di valore per svariate migliaia di euro, anche se l'ammontare preciso della refurtiva non è ancora stato quantificato dalle vittime. I proprietari sono tornati a casa poco prima dell'ora di cena senza poter fare altro che constatare la sgradita visita e avvisare le forze dell'ordine.

Il colpo alla cassaforte dell'altro giorno in via delle Grazie è, come detto, il terzo in zona nel giro di meno di due mesi. A metà dicembre, esattamente con la stessa tecnica e quindi con l'ausilio di una mola a disco, i ladri presero di mira un appartamento in viale dei Tigli aprendo il forziere a muro e prelevando ori e gioielli per un valore di 10 mila euro.

Quarantotto ore dopo ebbero ancora maggior fortuna, questa volta prendendo di mira l'appartamento dell'albergatore rivano Vittorio Venturini e della famiglia, in viale Nino Pernici. In quella circostanza non vi fu nemmeno bisogno della mola a disco: la cassaforte era sistemata all'interno di un armando, non era murata e i ladri non dovettero far altro che prelevarla e portarla via, pensando in un secondo momento a come fare per aprirla. In quella circostanza il bottino fu ancora più cospicuo e superiore ai 20 mila euro.

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