Galleria Panda, cancello "bocciato"

di Paolo Liserre

Il Tar di Trento ha scritto un nuovo capitolo nel lungo «braccio di ferro» tra il Comune e l’imprenditore Tiziano Segattini su presente e futuro della Galleria Panda, «relitto» stradale della vecchia Gardesana che ricopre un alto valore storico, culturale e paesaggistico per tutto il Garda trentino.
I giudici del tribunale amministrativo hanno infatti bocciato il ricorso dell’imprenditore rivano contro il diniego da parte degli uffici di Palazzo Pretorio alla realizzazione di un cancello di ferro che di fatto ostruirebbe l’accesso da nord alla Galleria. Segattini aveva chiesto l’autorizzazione a luglio dell’anno scorso «per tutelare la sua proprietà e garantire a sé stesso una parziale deresponsabilizzazione per il transito di ignoti» qualora fosse accaduto qualcosa.
Nella comunicazione di diniego il Comune affermava che «si è ritenuto opportuno inviare copia della documentazione alla Provincia per la presentazione di eventuali osservazioni in considerazione delle precedenti contestazioni in merito alla piena disponibilità dell’area». Secondo Segattini e il suo avvocato Cristian Trinchieri il diniego comunale andava annullato «in quanto del tutto illegittimo e infondato».
 Una tesi respinta dai giudici del Tar che oltre a dar torto all’imprenditore lo hanno pure condannato a rifondere al Comune le spese di causa, mille euro più costi accessori. In buona sostanza i giudici amministrativi affermano che il Comune aveva diritto di chiedere in fase istruttoria pareri facoltativi ad organi esterni (la Provincia appunto) e che «trattandosi di una recinzione progettata con altezza superiore ad un metro, la distanza della stessa dal confine con la strada pubblica non avrebbe potuto essere inferiore a 3 metri come prescritto dalla legge e non ridursi a 30 centimetri come progettato dal richiedente». Segattini in verità aveva già dato a suo tempo la propria disponibilità a rivedere il progetto ma, osservano ancora i giudici del Tar trentino, «nel prosieguo ha preferito percorrere le vie dell’impugnazione giurisdizionale».
Lo sguardo adesso è rivolto al futuro della Galleria Panda che di fatto però resta nebuloso. Il sindaco Adalberto Mosaner è soddisfatto dell’esito della causa trattandosi di «una sentenza molto chiara che adesso faremo presente anche alla Provincia». Provincia dalla quale Palazzo Pretorio attende ormai da anni l’atto di concessione di quel tratto di vecchia Gardesana, così come richiesto peraltro all’unanimità da una mozione approvata dal consiglio nella precedente legislatura. Per due volte nei mesi e nelle settimane scorse lo stesso ministro Del Rio ha rilanciato il grande tema e l’interesse del governo per la «ciclabile del Garda», interesse accolto molto favorevolmente dalla stessa giunta provinciale. «Quel tratto - osserva Mosaner - rappresenta un tassello essenziale di un investimento strategico com’è stato definito dallo stesso governo». Sarebbe quindi contradditorio che la Provincia ora non facesse i passi necessari per chiudere la questione. Cominciando col dare seguito immediato alla concessione seppur temporeanea (in attesa della ciclabile del Garda) a favore del Comune di Riva.

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