L'Anticorruzione boccia Veronesi (Pd) «Nulla la sua nomina alla presidenza Amsa»

L'Autorità nazionale anticorruzione ha bocciato la nomina alla presidenza di Amsa dell'ex sindaco ed ex assessore Veronesi (Pd). La contestazione, inviata per email martedì, è fatta in base al decreto legislativo 39 del 2013, quello che predispone un'«astinenza» di 2 anni da incarichi di potere in società a controllo pubblico per ex amministratori, come appunto Veronesi. L'Autorità ha dato 20 giorni di tempo al Comune, per essere precisi al segretario, Rolando Mora, al responsabile della prevenzione della corruzione, Michele Pizzin, e a Veronesi, presidente di Amsa (l'azienda del comune di Arco che gestisce casinò, campeggi, piscina e parcheggi) per presentare delle risposte.
«Ci sono due interpretazioni possibili del decreto legislativo 39 del 2013 in merito alla mia nomina alla presidenza dell'Amsa. Credo che la nostra sia corretta» osserva Renato Veronesi.


Era stato il Movimento 5 stelle a chiedere un intervento dell'Autorità nazionale anticorruzione. «È grazie alla nostra segnalazione - fanno sapere i consiglieri Gabriella Santuliana e Giovanni Rullo e il deputato Riccardo Fraccaro - che l'Autorità ha sancito la sussistenza della causa di inconferibilità nei confronti di Veronesi per aver assunto la carica di presidente della società comunale nonostante nei due anni precedenti sia stato componente della giunta di Arco».
Le contestazioni dell'Autorità (Anac) vertono su due punti: «Il consiglio di amministrazione (di Amsa ndr.) il 26 febbraio 2015 - scrive l'Anac - ha deliberato che "al presidente spetterà la rappresentanza legale della società"». Fattore per il quale l'incarico sarebbe «inconferibile dovendosi ritenere ricompresa nella definizione di deleghe gestionali dirette anche la rappresentanza in giudizio dell'ente»; e proprio la «delega gestionale diretta» è vietata per due anni dal decreto legislativo per chi rivestiva ruoli di amministratore in un Comune o Provincia.


Il secondo passaggio: «La norma prevede che a coloro che nei due anni precedenti abbiano ricoperto cariche politiche negli stessi comuni che conferiscono l'incarico, non possono essere conferiti incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico (come Amsa ndr) da parte di un comune con popolazione superiore a 15 mila abitanti. Nel caso in esame - scrive l'Autorità - il 13 febbraio 2015 Renato Veronesi si è dimesso da consigliere del comune di Arco, che ha una popolazione di 16.871 abitanti (Istat 2011). Sulla base di quanto sopra - conclude l'Autorità - sussiste una causa di inconferibilità, a carico di Renato Veronesi, per aver assunto la carica di presidente con deleghe gestionali dirette... Quale conseguenza dell'ipotesi di inconferibilità rilevata, ai sensi dell'articolo 7 del decreto, l'atto di conferimento dell'incarico, adottato in violazione del citato decreto, e il relativo contratto è nullo».
«Questo successo dell'azione politica Movimento cinque stelle - fanno sapere i grillini - rappresenta anche un importante precedente per tutte le altre amministrazioni che alimentano il sistema delle porte girevoli, dei poltronifici e del clientelismo minando alle fondamenta gli interessi collettivi».

IL COMUNICATO DI FRACCARO (M5S)

“Il M5S ha chiesto l’intervento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione sulla nomina dell’ex assessore di Arco, Renato Veronesi, a presidente della società AMSA avvenuta in violazione del dl n. 39 dell’aprile 2013 in materia di conferimento di incarichi ad ex amministratori in società a controllo pubblico. È grazie alla nostra segnalazione che l’Anac ha sancito la sussistenza della causa di inconferibilità nei confronti di Veronesi per aver assunto la carica di presidente della società comunale nonostante nei due anni precedenti sia stato componente della giunta di Arco. Il MoVimento 5 Stelle ha ottenuto uno storico risultato per il ripristino della legalità, è una vittoria nel segno della trasparenza a beneficio di tutti i cittadini”. Lo dichiarano, in un comunicato congiunto, il deputato M5S Riccardo Fraccaro e i consiglieri a 5 Stelle Giovanni Rullo e Gabriella Santulliana. “In seguito alla segnalazione che ho inviato il 1 aprile scorso – prosegue Fraccaro – il Presidente dell’Anac Raffaele Cantone ha comunicato all’amministrazione l’obbligo di rispettare le norme materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi. Questo successo dell’azione politica M5S rappresenta anche un importante precedente per tutte le altre amministrazioni che alimentano il sistema delle porte girevoli, dei poltronifici e del clientelismo minando alle fondamenta la tutela degli interessi collettivi”. “Come già avvenuto per il PRG – aggiungono Rullo e Gabriella Santulliana – il sindaco Betta, con un’evidente coda di paglia, aveva accusato il M5S di attaccarsi ai cavilli ma anche stavolta è stato smentito dai fatti. Betta aveva dichiarato che ‘Veronesi è la scelta migliore’. Se si riferiva agli interessi clientelari non è possibile dargli torto. Veronesi ha occupato il Consiglio comunale per 20 anni: 7 anni consigliere, 11 in qualità di sindaco e altri 3 come assessore, fino al 2014, ma ciò non è bastato. L'amministrazione in carica si sentiva in debito e ha deciso di nominarlo presidente dell'Azienda Municipalizzata Servizi Arco con un indennità di carica di 10.000 euro l'anno e un gettone di 150 Euro per la partecipazione alle riunioni ufficiali”. “È merito del M5S – concludono Fraccaro, Rullo e Santulliana – se le regole in materia di anticorruzione sono state riaffermate. Abbiamo vinto una battaglia contro il poltronificio, ora continueremo a garantire che si proceda con trasparenza e senso di responsabilità ad Arco e negli altri 13 Comuni della Regione”.

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