Fiera di S.Andrea a Riva tanta gente, pochi acquisti

Torroni classici e morbidi, piadine e trippe, panini con porchetta o carne salata, frittelle e vin brulè. C'erano tutti, ieri a Riva, i caratteristici ingredienti della fiera di sant'Andrea. E c'era pure la gente, tanta. Attirata più dall'appuntamento con la tradizione che non dal desiderio di far acquisti. A tener banco è stata infatti di nuovo la crisi, pure tra le bancarelle

di Paola Malcotti

Torroni classici e morbidi, piadine e trippe, panini con porchetta o carne salata, frittelle e vin brulè. C'erano tutti, ieri a Riva, i caratteristici ingredienti della fiera di sant'Andrea. E c'era pure la gente, tanta. Attirata più dall'appuntamento con la tradizione che non dal desiderio di far acquisti. A tener banco è stata infatti di nuovo la crisi, pure tra le bancarelle. Forse non in modo così netto come l'anno scorso - quando anche il maltempo aveva contribuito a tenere lontani i visitatori - ma le tante, troppe, mani libere da borse e pacchetti sono state ancora una volta la prova lampante del periodo non più roseo come un tempo.
E se la gente non ha comperato, o ha comperato il giusto indispensabile, gli ambulanti non hanno festeggiato. «Passano, si fermano, chiedono. Ma per convincere i visitatori a comperare qualcosa bisogna fare un grande lavoro di persuasione - dice Lorella, commerciante di tappeti di Padova, in viale Dante per la prima volta - La gente c'è, ma è molto diffidente: prima di fare un acquisto ci pensa più volte». Poco da fare c'è anche per il classico torrone: «I dolciumi tengono - confida una ambulante di Padova, a Riva da decenni - ma rispetto al passato se ne vendono di meno». A rilento pure il settore dell'abbigliamento: «Rispetto al 2012 quest'anno non va meglio - dice una commerciante vicentina - e se per il vestiario dei bambini la gente spende ancora qualcosa, diverso è il discorso per il guardaroba degli adulti: gli acquisti sono oculati». Ma se il ricambio di maglie e pantaloni deve fare i conti con il risparmio, più avvantaggiato è quello delle calze. «Certo, non facciamo grandi affari - dicono dal banchetto della Ktm di Rovereto - ma trattandosi di merce necessaria, la gente compera».
Ad incidere molto sulle vendite è stato però anche il luogo dove gli ambulanti hanno potuto sistemare la propria mercanzia. Se a favore hanno infatti giocato ieri il meteo e la giornata pre-festiva, con scuole ed uffici chiusi, a remare contro gli affari per alcuni è stata la decentrazione delle bancarelle. «In viale Roma o viale Dante c'è più affluenza - osserva dalla sua postazione in via Liberazione Maria Nember, camiciaia di Brescia, a Riva sia per sant'Andrea sia per il mercato settimanale - e chi è lontano è più penalizzato. Io però ho una clientela fidelizzata, che mi conosce e viene a cercarmi». Sostenitrici delle bancarelle sparse e non ammucchiate in centro sono invece Giuliana e Roberta, visitatrici rivane doc: «Così ci si gode di più la città - dicono - e non c'è da spingere per avanzare, come in passato». «La fiera di sant'Andrea è bella come sempre» ammette invece Monica del Rione. «Sì, la tradizione attira, però mi piaceva di più una volta» replica Hannye dalla valle di Ledro, a Riva giusto per una toccata-e-fuga.
Visi sorridenti e soddisfatti si sono visti invece agli stand della solidarietà, sistemati all'Inviolata: «E' il primo anno che siamo in fiera e siamo contente - dicono le ragazze de "L'uomo libero onlus" -. Con la vendita dei corone dell'Avvento finanziamo la nostra attività. La gente sa quindi che i soldi vanno a fin di bene». Stessa cosa allo stand dell'Oratorio parrocchiale di santa Maria Assunta, dove per il sesto anno i ragazzi hanno allestito una lotteria di beneficenza. Quindi la bancarella del CasaMia: «Il nostro ricavato della vendita degli oggetti fatti a mano dai ragazzi e dai volontari - spiegano - serviranno per sostenere i centri. La gente ci appoggia». Ottima affluenza infine al punto ristoro dell'associazione "Bacionela", irrinunciabile appuntamento della fiera di sant'Andrea.

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