Fauna / Problemi

I pescatori alla pedina del lago di Caldonazzo: «Tutto inquinato dagli scarichi del traffico»

Vantano un antico diritto di prelievo ittico, concesso dal Kaiser nel 1899, ma sono in crisi: sempre meno giovani, e meno pescato, il pesce spesso rovinato dagli idrocarburi che vengono dalla statale

di Luigi Oss Papot

ISCHIA. Si sono riuniti venerdì sera, a Ischia, i pescatori rivieraschi, che vantano l'unicum del diritto di pesca per gli allora comuni di Calceranica, Ischia e Castagné stabilito con sentenza del Supremo Imperial Regio Tribunale di Giustizia di Vienna del 6 dicembre 1899. Si tratta di un diritto per l'appunto unico, quello della pesca alla pedina (con le reti, ma senza imbarcazioni): una pratica sempre più in disuso, perché sono pochi ormai i pescatori che praticano, ed i giovani sono pochi e difficili da attrarre.

Il presidente, Giuseppe Bridi, era assente per indisposizione, ed ha lasciato alla segretaria Monica Angeli la lettura di alcuni punti principali della sua relazione sull'attività svolta nel 2023.

La caratteristica della pesca alla pedina permette ai pescatori di avere una fotografia generale e complessiva della salute del lago, non tanto dal punto di vista della pulizia delle acque quanto piuttosto dal punto di vista della biodiversità (il regolamento per la pesca emanato dalla Provincia con decreto del presidente a fine 2020 riconosce che nell'esercizio della pesca con le reti non vi sono limitazioni nel catturato).

E in questo senso già da alcuni anni i pescatori lanciano l'allarme: nel lago ci sono sempre meno pesci e si pesca poco. Una situazione che innesca un pericoloso circolo vizioso: meno pescato vuol dire meno pescatori alla pedina, meno pescatori in acqua vuol dire tenere ancora più lontane le giovani generazioni. Non è infrequente, è emerso, pescare pesci persico con la carne rovinata, o con grumi di sangue o, come scoperto quest'anno, da vermi.

Secondo alcuni, a causare anche questa situazione è l'inquinamento causato dalla vicina Statale 47 della Valsugana, che allo stato attuale ha poche protezioni soprattutto in occasione delle piogge e dei dilavamenti della sede stradale verso lo specchio d'acqua (da ricordare che il progetto di pista ciclopedonale lungo la sponda di Ischia e Tenna prevede un sistema di cattura e smaltimento delle acque reflue dalla strada, pensato anche in caso di sversamenti di idrocarburi da incidenti).

Ma è storia per il paese di Ischia, che si era vista per l'appunto assegnare il diritto ancora sotto l'impero asburgico: ma ora sono passati i tempi in cui la pesca era, anche per i "lis-ciaroti", attività di primario sostentamento. 

Oggi è appunto una passione, una pratica da tramandare, un modo di vivere il lago, la sua natura, la sua salute. Una passione con radici ben salde nella storia che però potrebbe essere a rischio: per questo l'associazione è al lavoro anche per ricostruire nel dettaglio la storia della concessione grazie a contatti in Austria, con l'obiettivo di pubblicare poi il risultato in modo scritto oppure tramite un sito web sempre alimentato con informazioni.

Importante è il lavoro che viene svolto con le scuole, per far conoscere soprattutto il piccolo grande mondo del lago e della pesca alla pedina: ad agosto 2023 è stata ancora la scuola di Borgo a recarsi in riva al lago, mentre il 12 giugno prossimo sarà protagonista la scuola dell'infanzia di Ischia.

Al termine è stato rinnovato il direttivo dell'associazione: sono risultati eletti Giuseppe Bridi, Enrico Angeli, Lino Valcanover, Gabriele Toller, Claudio Lazzeri, Claudio Fabian, Monica Angeli e Floriano Angeli revisore dei conti. Ai soci sono state distribuite magliette e giubbini con il logo dell'associazione, realizzate grazie ad un contributo della Cassa Rurale Alta Valsugana.

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