Ragioneria al Curie, Ugo Rossi ripete il no

di Giorgia Cardini

All'ultimo momento, ieri mattina, sono arrivate altre 382 firme, ad aggiungersi alle 2.264 già consegnate venerdì al sindaco di Pergine Roberto Oss Emer per dire no alla graduale soppressione dell'indirizzo tecnico economico all'istituto Curie, a partire dal prossimo anno scolastico.

E il voluminoso pacco composto dalle 2.646 adesioni (raccolte tra studenti ed ex studenti, genitori, imprenditori e semplici cittadini), insieme alla mozione a sostegno degli indirizzi tecnici e tecnologici e al dossier relativo alle iscrizioni, ieri pomeriggio è piombato sul tavolo del confronto urgente chiesto dai sindaci dell'Alta Valsugana e dalla Comunità di valle al presidente e assessore all'Istruzione Ugo Rossi , per fermare una decisione ritenuta sbagliata e immotivata. È stato lungo l'incontro, nella sala Winkler della Provincia, e non è andato bene: «respinti con perdite» si potrebbe dire.

A scendere in piazza Dante sono stati il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer, la vicesindaca di Caldonazzo Elisabetta Wolf (che con Rossi ha avuto uno scontro verbale), il sindaco di Calceranica Cristian Uez, il sindaco di Baselga di Piné (dove sono state raccolte decine di firme) Ugo Grisenti con l'assessore all'Istruzione Giuliana Sighel, l'assessore all'istruzione di Bedollo Erica Dalpez, il sindaco di Levico Michele Sartori, la vicesindaca di Tenna Loredana Zanin e il presidente della Comunità di Valle Pierino Caresia e il sindaco di Borgo Valsugana Fabio Dalledonne (ma della scuola superiore di Borgo si è solo accennato). Con Rossi, invece, tutto il vertice dell'assessorato all'Istruzione per difendere la delibera con cui è stato deciso anche il riordino dell'offerta formativa di alcuni istituti superiori.

Secondo questa delibera, il Curie dovrebbe diventare un polo liceale: e considerando che le iscrizioni a Ragioneria quest'anno sono calate fino a comporre una sola classe, proprio dal Tecnico Commerciale si è partiti per «tagliare» gli indirizzi che liceali non sono, sottoponendo poi a verifica anche gli indirizzi tecnologici.

Inamovibile dunque l'assessore provinciale all'Istruzione, che di fronte alle firme, all'opposizione alla decisione rappresentata da sindaci e assessori, ha tenuto il punto: «Le motivazioni per cui non si torna indietro sono quelle che avevo anticipato all' Adige - spiega Rossi - anche perché dalla Valsugana non sono arrivate argomentazioni tali da superarle. Però abbiamo detto una cosa, alla fine, che specificherò con una comunicazione ad hoc. E cioè che valuteremo negli anni successivi al 2016-2017 quanti studenti del bacino di Pergine si iscriveranno a ragioneria a Trento e se riscontreremo un aumento tale da giustificare di nuovo il corso a Pergine, allora potremo tornare indietro».

Per ora invece non ci sono i presupposti per sospendere la delibera come chiedevano a gran voce i rappresenti della scuola e del territorio: «Perché già oggi - ribadisce Rossi - gli studenti della zona di Pergine che scelgono Trento per Ragioneria sono 20 contro i 15 iscritti alla prima al Curie». In più, per il governatore - assessore restano problemi di spazio al Marie Curie «che deve ruotare le aule, avendone 40 per 52 classi».
Un dato in realtà contestato da chi ha partecipato all'incontro ricordando che i problemi logistici sono stati risolti con l'apertura del centro Eda negli spazi dell'azienda sanitaria, mentre per quanto riguarda il calo di iscrizioni a Ragioneria i dati storici dicono che proprio gli istituti tecnici e tecnologici negli ultimi anni hanno raccolto il 55% delle iscrizioni totali. Ma neppure le firme contano: «Sono una espressione di democrazia», dice laconico Rossi. Per niente soddisfatti sindaci e assessori,mentre anche i rappresentanti dei genitori nel consiglio di istituto del Curie chiederanno un confronto col presidente. Probabilmente inutile.

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