Val di Sole / L'incidente

Vermiglio, un'auto precipita nella scarpata sulla strada forestale di Forte Presanella: passeggeri miracolati

È accaduto nel pomeriggio di oggi, 30 giugno, forse a causa dello scoppio di uno pneumatico. Le tre persone a bordo avrebbero riportato conseguenze non gravi: per il recupero ha operato anche l'elicottero, accanto a vigili del fuoco, carabinieri e soccorso alpino

FOTOGALLERY Le complesse operazioni di soccorso alle persone e di recupero della vettura

TRENTO. Un'auto con a bordo tre persone, che non sarebbero ferite in modo grave, è finita in una scarpata, mentre scendeva sulla strada forestale del Forte Presanella (o dei Pozzi alti)

L'incidente pare sia stato causato dallo scoppio di uno pneumatico che avrebbe fatto perdere il controllo del mezzo al guidatore.

È accaduto oggi, 30 giugno, verso le 16.30, nel territorio comunale di Vermiglio, in una zona impervia, su una carrareccia, attorno a quota 1.500.

Sul posto i carabinieri, i vigili del fuoco, il soccorso alpino e il personale sanitario.

È intervenuto anche l'elicottero per il recupero delle persone che si troivavnao a bordo della vettura precipitata lungo ripido un crinale boschivo. Il veicolo si è fermato contro una pianta, circa 50 metri sotto la sede stradale.

Auto con tre persone a bordo precipita per 50 metri nella scarpata e finisce contro un albero

Paura per un uomo e due donne che stavano scendendo oggi pomeriggio, 30 giugno, sulla strada di Forte Presanella a Vermiglio. Gran lavoro per i soccorritori, fortunatamente conseguenze non gravi per le persone

[foto Isidoro Bertolini]

Le operazioni di soccorso alle persone e di recupero del veicolo (con il verricello) sono state particolarmente impegnative e hanno richiesto l'intervento di diversi uomini.

"Le tre persone a bordo, tutte coscienti, sono state stabilizzate - si legge in un comunicato del Soccorso alpino - dall'equipe medica: due donne sono state trasferite all'ospedale Santa Chiara di Trento per accertamenti, mentre un uomo è uscito illeso".

[foto Isidoro Bertolini]

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