Val di Sole / Il caso

Investe una sciatrice che finisce in ospedale: condannato a pagare 400 euro di multa

L'imputato era sopraggiunto da dietro e aveva travolto la donna, ma si è difeso affermando che la signora aveva cambiato direzione in quel frangente. Il giudice, però, ha spiegato che l'uomo non avrebbe dovuto sorpassare senza essere certo di aver mantenuto una distanza di sicurezza tale da prevenire in ogni caso un incidente: "Violate elementari norme di prudenza"

TRENTO. Sfrecciava sugli sci a velocità troppo sostenuta e senza mantenere la distanza di sicurezza. Un comportamento pericoloso che uno sciatore 35enne impegnato sulle piste del comprensorio di Folgarida e Marrilleva il 12 gennaio 2017 ora paga salato: 400 euro di multa è la pena che gli è stata inflitta dal giudice di pace di Cles Antonio Orpello (la procura aveva chiesto 700 euro) per aver investito una incolpevoe sciatrice che, centrata in velocità dall'odierno imputato, concluse la sua giornata sulla neve in ospedale con una frattura alla spalla.

L'imputato doveva rispondere di lesioni perché - si legge in sentenza - «per imprudenza e violazione delle regole comportamentali da adottarsi sulle piste da sci causava lesioni giudicate guaribili in complessivi giorni 30 a M.M. In particolare, non moderando adeguatamente la velocità in presenza di altre persone sulla pista di sci che stava percorrendo e quindi non riuscendo a fermarsi in tempo, sopraggiungeva alle spalle di M.M. che si trovava al centro della pista , scaraventandola a terra e causandole lesioni consistenti in "frattura composta omero prossimale"».

La persona offesa ha sostenuto che sciava su una pista rossa, di media difficoltà, e scendeva regolarmente facendo delle normali curve «... sono più di vent'anni che scio, quindi non sono una sprovveduta e a un certo punto mi sono sentita da dietro una botta enorme. Prima con il viso ho sbattuto sulla pista che era anche un po' ghiacciata, poi per prendere, per correggermi, sono andata giù di spalla e ho rotto tutto l'omero, il distacco del trochite...».

Secondo il giudice «è irrilevante stabilire se la parte offesa "stesse facendo una curva destra o a sinistra" come chiesto dal difensore della difesa o se, come dichiarato dalla donna investita stesse sciando "...a piedi pari, cioè si guarda avanti, si scia e si ondeggia, ma non è che stavo facendo una diagonale che andavo da una parte all'altra, no, assolutamente no", perché la responsabilità è sempre di chi viene da tergo che non ha tenuto una distanza tale da permettergli di prevedere e prevenire ogni possibile escussione degli altri sciatori che si trovano davanti e, dunque, l'irrilevanza della tesi sostenuta dalla difesa riguardo allo «stile» della sciata, alla luce delle dichiarazioni ammissive di responsabilità dell'imputato».

Quest'ultimo ha infatti dichiarato: «...Ho superato un certo numero di sciatori ma proprio in quel momento in cui volevo sorpassare la signora M. M. alla sua destra, lei ha cambiato strada velocemente, si è girata a destra proprio davanti a me e non sono riuscito ad evitare il nostro incidente...».

Secondo il giudice l'imputato non avrebbe dovuto sorpassare senza essere certo di essere a una distanza di sicurezza tale da evitare un qualsivoglia incidente e a prescindere da escursioni (prevedibili e prevenibili) da parte di chi scia davanti a sé. L'imputato - si legge nelle motivazioni della sentenza - ha pertanto violato elementari norme di prudenza per la descritta condotta errata e imperita, inerente sia la velocità inadeguata sia la mancata distanza di sicurezza che va stimata in relazione alle possibili escursioni di chi scia davanti (anche se caratterizzate dalla dedotta "repentinità...") e, dunque, pare indubitabile che ad egli si possa muovere un rimprovero evidente che nel suo pericoloso sorpasso ha determinato gravi lesioni alla persona offesa».

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