Lavoro / La tragedia

Dimaro in lutto per Roberto Stanchina, ucciso da un tronco a Folgarida: aveva 57 anni

Dipendente comunale, era conosciutissimo per il suo carattere disponibile e allegro, da sempre seguiva i ragazzi della squadra di calcio 

di Pietro Michelotti

DIMARO. Si è spento ieri nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Trento Roberto Stanchina, l’operaio di Dimaro che nel pomeriggio di lunedì è rimasto colpito da un tronco mentre stava tagliando legna nei pressi dello skilift della Casina a Folgarida. La notizia della sua scomparsa si è abbattuta come un macigno tra gli abitanti della comunità di Dimaro Folgarida che da due giorni erano in apprensione per le condizioni dell’uomo, dipendente comunale di 57 anni.

Quella che doveva essere una giornata dedicata al taglio della legna, attività che rientra di uso comune nelle famiglie di montagna, per Roberto si è purtroppo rivelata un’insidia mortale, che nel giro di pochi istanti ha stravolto la vita dei suoi cari, rompendo improvvisamente quel legame che lo univa alla moglie Rita Pangrazzi, impiegata presso il comune di Caldes, ai figli Riccardo ed Alessio, alla mamma Franca con la quale condivideva la casa di famiglia nella frazione di Carciato, al fratello Renzo ed ai tanti parenti di una famiglia molto affiatata.

Dal carattere tranquillo ed allegro, Roberto è da tutti ricordato come una persona dedita alla famiglia ed al lavoro, appassionato ciclista nonché dirigente sportivo della Solandra calcio, formazione in cui militano entrambi i figli.

Anche il sindaco di Dimaro Folgarida Andrea Lazzaroni nell’esprimere il dolore suo personale e di tutta l’amministrazione comunale evidenzia come quella di ieri sia stata un’altra brutta giornata per la piccola comunità di Dimaro Folgarida. «Abbiamo tutti sperato - ha detto sconsolato - Roberto ha lottato ma alla fine ha vinto il destino. Nel pomeriggio quando per il temporale è calato il buio su Dimaro forse è stato il momento più critico per Roberto. Poi il cielo si è tornato ad aprire quasi ad accogliere serenamente un uomo buono, stimato lavoratore e padre di famiglia che il destino lo ha strappato alla vita quando si trovava assieme al figlio, nel bosco a meno di duecento metri dal luogo in cui il primo maggio del 1997 un altro dipendente comunale Gianantonio Albasini, perse la vita in circostanze analoghe».

Lunedì pomeriggio Roberto Stanchina stava dando una mano ad alcuni amici nelle operazioni di taglio di conifere quando, poco dopo le 17, è rimasto travolto da una pianta: è stato tradito dalla traiettoria imprevista assunta da un tronco in caduta, che era finito sulle funi dello skilift prima di investirlo. Stanchina aveva subito perso i sensi. Immediato l’allarme al numero di emergenza 112, con i soccorsi che in pochi minuti hanno raggiunto la località La Casina, nei pressi dello skilift che serve l’omonima pista, tra il residence Aquilegia e lo chalet Mas de le Strie. L’uomo era stato portato in elicottero all’ospedale Santa Chiara di Trento.

Sull’accaduto indagano i carabinieri della compagnia di Cles: la dinamica appare abbastanza chiara, ma anche alla luce dell’esito drammatico dell’incidente gli accertamenti non sono ancora terminati.

L’amico Manuel Caserotti dedica a Roberto Stanchina un commovente post di saluto: «Non riesco ancora a credere che queste poche righe le sto scrivendo per te caro amico. Mi sembra impossibile pensare che non riceverò più una tua telefonata o che non ci rivedremo più sui campi da calcio a seguire i nostri ragazzi. Una tragedia e un destino crudele ha spezzato la tua vita e i tuoi progetti futuri. Voglio ricordarti come una persona dalla grande umanità e grande disponibilità. Farò del mio meglio per stare vicino ai tuoi Rita, Riccardo ed Alessio. Tu, dal paradiso, veglia su di noi, dacci la forza di andare avanti e vai a farti un bel giro in bici! Ciao amico mio, ciao Roby R.I.P».

I funerali si svolgeranno domani, venerdì 2 luglio, alle ore 17 presso la chiesa di Dimaro.

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