Ricette mediche «fai da te» per evitare la coda dal dottore

È l'accusa mossa ad un sessantenne di Cles che ha chiuso il procedimento penale a suo carico patteggiando 2 mesi e 10 giorni di reclusione

Ricette mediche «fai da te» per ottenere un farmaco antidolorifico. È l'accusa mossa ad un sessantenne di Cles che ha chiuso il procedimento penale a suo carico patteggiando 2 mesi e 10 giorni di reclusione. La vicenda risale al settembre dell'anno scorso. È stato l'occhio attento di un farmacista di Cles ad accorgersi di una ricetta che appariva anomala. C'erano timbro e firma di un medico di base della valle di Non, ma nel complesso il documento appariva sospetto. Il farmacista ha avvisato il medico.

Quest'ultimo si è poi presentato ai carabinieri con la ricetta «taroccata». La prescrizione di «Minias» (farmaco della categoria delle benzodiazepine ipnoinducente, sedativo e rilassante) era fatta su un foglio di carta bianca non intestata con un timbro diverso da quello del medico. Ad ulteriore conferma anche la firma appariva falsa. Alcune settimane dopo presentando una nuova ricetta falsa il responsabile è stato individuato.

Sulla prescrizione aveva messo il nome della madre e ad acquistare il farmaco aveva incaricato il fratello (entrambi all'oscuro della falsificazione). Sentito dai carabinieri, l'indagato ha ammesso i fatti (scusandosi) spiegando di aver falsificato la ricetta (con un timbro componibile) perché aveva bisogno del farmaco per lenire il dolore di varie patologie. L'uomo ha spiegato di aver autoprodotto le ricette per evitare al fratello, già oberato, di dover andare per suo conto dal medico.

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