Quasi 200 meli sradicati per vendetta Condannata «roncola selvaggia»

Questa volta la «strage» di meli non è rimasta impunita e roncola selvaggia ha rimediato una condanna ad un anno e otto mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali.

Si è concluso così il processo ai danni di un 55enne trentino imputato per danneggiamento aggravato ai danni di un agricoltore della val di Non. In questo caso, del resto, il presunto autore dei raid - dopo un contenzioso sorto con la vittima sulla retribuzione per alcuni lavori di bonifica - ai quattro danneggiamenti messi in atto, avrebbe unito esplicite rivendicazioni dell'accaduto e la promessa di continuare a tagliare meli se la cifra versata non fosse aumentata. Alla fine le piante tagliate sono state quasi 200, con un danno di 31mila euro.

La vicenda definita davanti al giudice Giovanni De Donato è successa in val di Non e risale al maggio dello scorso anno. Tutto ha inizio a fine 2015, quando la vittima mette un annuncio su un settimanale per procedere alla bonifica di alcuni terreni e frutteti, destinati ad accogliere nuovi meleti. Il contratto, oltre al pagamento di un compenso, prevede che l'esecutore dell'intervento possa tenersi gratuitamente la legna. A farsi avanti, secondo quanto ricostruito dall'accusa, è l'imputato, che accetta l'incarico e formalizza l'impegno con una scrittura privata, concordando il pagamento di 1000 euro.

Tutto sembra procedere per il meglio e la vittima, in aprile, termina i lavori. Al momento di saldare il conto, però, sarebbero sorti i problemi. L'imputato avrebbe preteso più soldi, ma l'agricoltore ha fatto presente che gli accordi erano altri.

Tutto finito? Nemmeno per sogno. A quel punto sarebbe iniziata la vendetta del 55enne. Il primo episodio di cui deve rispondere risale all'11 maggio: l'uomo è accusato di avere estirpato alcune piante di melo (4-5) ed i relativi pali di cemento posti a sostegno. Poco più di una settimana dopo, il 20 maggio, l'imputato avrebbe estirpato altre cinquanta piante, poste peraltro poco tempo prima a dimora nell'appezzamento. La vittima ha allertato i carabinieri e chiesto un chiarimento all'imputato, che era stato visto passare poco prima.

I dubbi su fatto che fosse lui l'autore dei vandalismi sono durati poco: lo stesso 55enne, infatti, avrebbe detto a chiare lettere al contadino che, se non avesse versato 5000 euro, avrebbe continuato a danneggiare le sue piante. E quello stesso giorno, secondo l'accusa, avrebbe estirpato altre 90 piante di melo in un altro appezzamento.

Episodi che l'agricoltore ha continuato a denunciare, anche quando il 26 maggio è seguito un quarto raid: 45 meli sradicati. Di fronte alle continue pressioni e alle esplicite minacce ricevute dall'imputato, alla fine, il contadino gli ha versato 3000 euro, pure di porre fine a quello che sarebbe diventato un vero incubo.
Le indagini dei carabinieri, però, sono andate avanti e alla fine il 55enne è finito a processo ed è stato condannato.

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