«Fradei cortei» in salsa western

di Nicholas Chini

Sarà proiettato martedì sera, 18 aprile, nell’ambito della serata organizzata dall’associazione Sguardi il primo cortometraggio western girato nelle valli del Noce. 

«Fradei Cortei», questo è il nome dell’opera, è stato ideato da Nicola Bortolamedi, che si è occupato anche del montaggio e della regia del filmato.

Alla sceneggiatura ci ha pensato Michele Pastorelli, mentre le musiche sono opera di Daniel Leonardi e Patrick de Aliprandini, la parte grafica invece è stata curata da Martina Pasquin.

Alle riprese hanno partecipato oltre 20 volontari che hanno creduto in questo progetto ambizioso e innovativo.

«Due anni fa - spiega il regista - davanti ad un orto incolto di Lover, Ernesto Paternoster lanciò l’idea di realizzare un western. Così l’anno scorso abbiamo girato un "finto trailer" (un breve filmato promozionale di un film che ancora un esiste, ndr) e visto il successo che ha riscosso abbiamo costruito la storia per realizzare un vero e proprio cortometraggio della durata di 14 minuti. La forza del nostro territorio con le sue bellezze ci ha guidati nella scrittura della trama».

La trama si snoda attorno alle vicende di Frankie e Geremia Nones, due fratelli nonesi che si contendono un’eredità e sono accecati dall’odio, ma anche dall’affetto reciproco che rende tutto più difficile. Si tratta di una lotta tutta interna ad una famiglia che da poco è stata colpita da un lutto, protagonisti del racconto sono il tradimento, la vendetta e la mancata redenzione.

Le scene sono state girate al Maso Coflari di Ruffré, al Bar Al Tabià di Pellizzano, presso le località Boiara Bassa (Cles), Santa Emerenziana (Tuenno), Sette larici (Predaia), Le glare (Tuenno) e al lago di S.Giustina.

«Ci siamo ispirati - spiega il regista Bortolamedi - al film The hateful eight di Quentin Tarantino, ambientato in paesaggi innevati che ricordano le nostre valli d’inverno. Abbiamo scelto il genere western perché racconta la storia di eroi senza tempo, che al contrario di quelli del mito non sono inseriti in contesti. Questo genere è ideale per raccontare la mancanza di pietà, che è il nocciolo di tutta la questione. All’interno del cortometraggio abbiamo rappresentato un mondo dove manca la pietà nel modo più assoluto e abbiamo mostrato le conseguenze nella vita di tutti i giorni».

Ora la grande sfida sarà far conoscere il film all’esterno delle valli del Noce, proponendolo ai vari concorsi e festival cinematografici in cui gareggiano i cortometraggi. Si tratta di un’occasione nuova per veicolare la conoscenza del nostro territorio per renderlo sempre più attrattivo dal punto di vista turistico ma anche per dare una chance non solo locale a chi ha faticato per realizzarlo.

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