"Alta Val di Non", il nome controverso in Regione

di Gigi Zoppello

Il consiglio comunale di Fondo marcia compatto a difesa del referendum per la nascita del Comune di «Alta val di Non»? Le truppe avversarie scendono nientemeno che a Bolzano, capeggiate dallo stratega Donato Seppi, sindaco di Ruffré Mendola ed ex consigliere regionale. A Bolzano lui sa dove andare, e ieri è andato dritto alla conferenza dei capigruppo, portandosi dietro i sindaci di Ronzone, Cavareno e Romeno, e la sua giunta comunale. Ricevuti con grande calore dal presidente Thomas Widmann hanno esposto il loro problema, alla presenza anche del governatore trentino Ugo Rossi.
 
«Abbiamo spiegato loro la situazione, che è intollerabile. E loro hanno riconosciuto la nostra posizione, assicurandoci che verranno attivate tutte le azioni possibili per risolvere questo nodo» spiega Seppi. «È risultato molto chiaro a tutti che se si lascia nascere il Comune “Alta Val di Non”, questo non può essere fatto da soli tre Comuni, lasciando fuori gli altri».
Ma a Bolzano, l’hanno capito? «A Bolzano sì, a Trento non so. Un consigliere di lingua tedesca infatti - spiega Seppi - mi ha detto: “Sarebbe come se i Comuni di Cortaccia, Magré e Cortina all’Adige si chiamassero Bassa Atesina. Non è possibile!”».
 
Quindi? «È chiaro - ha spiegato Seppi - che la Provincia Autonoma di Trento ha sbagliato a lasciar fare il referendum con quel nome. Un errore grande una casa! Non puoi prenderti il nome di un intero ambito, ci vuole giustizia per Fondo e per gli altri Comuni esclusi».
Visto che il referendum è stato fatto e non si può tornare indietro, qualcosa bisognerà inventarsi, ma Seppi e gli altri sindaci non sono disposti a mollare un centimetro: «Vorrei dire al consiglio comunale di Fondo, che si è sentito offeso da me, che se fossero obiettivi dovrebbero convenire che la Provincia ha sbagliato. Io non voglio la guerra, anzi... anche sui soldi alla Ciaspolada ne riparleremo, e daremo i contributi, non è un problema. Ma devono ricordarsi che il contenuto delle fogne di Ruffré passa da Fondo, e non viceversa, tanto per capire chi sta in “Alta Valle” e chi sta sotto. E bisogna anche stare attenti a cosa si dice, perché qui la gente si sente toccata su tasti di cultura, storia e tradizione. Come fai tu di Fondo a dire che Ruffré non è Alta valle? Ma stiamo scherzando?»
 
Seppi sa bene che la Regione non può fare nulla o quasi. Ma intanto ha raccolto appoggi e consensi: «Widmann e i capigruppo mi hanno assicurato che qualcosa di legislativo si troverà. Magari una nuova legge che annulli il referendum perché “il nome scelto è disdicevole”. Non lo so, quello che importa è che tutti hanno ammesso l’errore della Provincia». Anche Rossi? «Beh, diciamo che lui è stato più cauto».

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