Cles, addio al «Paradise»: è arrivato il sushi cinese

Primo ristorante asiatico nelle Valli del Noce

di Andrea Bergamo

Niente più musica dance e birre alla spina all’ex Paradise di Cles. Lo storico locale del capoluogo noneso ha chiuso i battenti ormai da tempo e a inizio ottobre ha assunto una veste del tutto nuova, sotto un’insegna dal nome esotico. Al posto di sgabelli e divanetti, nella grande sala trovano spazio tavolini neri con posate e bacchette. A quei tavoli vengono serviti pollo alle mandorle e riso alla cantonese, ma anche sushi in ogni salsa secondo la formula che oggi va per la maggiore, ossia quella dell’«all you can eat».

Gioiscono gli appassionati dei piatti orientali, mentre chi prova un legame affettivo per lo storico pub vive un vago sentimento di malinconia. C’è chi nel locale di viale Degasperi aveva conosciuto la propria anima gemella, con la quale ha costruito una famiglia, e chi ricorda con nostalgia le domeniche pomeriggio tra birra e dj Michelino. Senza dubbio, con l’apertura del ristorante bar Colala si apre un nuovo capitolo per Cles, e allo stesso tempo se ne va un pezzo di storia della «movida» nonesa, oggi ridotta a una manciata di bar nel centro dell’abitato.

Il nuovo ristorante dedicato alla cucina cinese e giapponese è stato aperto da un trio di imprenditori cinesi che ha dato vita alla società Sl snc di Xu Liyi e Co. I ristoratori sono entusiasti della risposta dei nonesi alla loro proposta, tanto più che l’inaugurazione del locale non è stata preceduta da una campagna pubblicitaria. Si tratta dell’unico ristorante di questo genere nelle valli del Noce. Oltre ai tre titolari, nel ristorante lavorano sette dipendenti, tutti di nazionalità cinese.

«Abbiamo notato che questo territorio offre numerosi ristoranti di cucina tipica trentina, mentre mancava un locale come il nostro. E i clienti sembrano apprezzare» sorridono i titolari, che vogliono rassicurare chi teme di andare incontro al cosiddetto «mal di sushi», la malattia del pesce crudo, che consiste in una reazione allergica provocata dall’istamina che si diffonde sempre di più con l’esplosione della moda del sushi. Il pesce crudo servito ai tavoli del Colala è di qualità - assicurano i ristoratori - e l’abbattimento della temperatura a meno 18 gradi viene compiuto a regola d’arte, andando ad uccidere tossine e batteri pericolosi.

Per Cles e il suo viale Degasperi si tratta di una svolta non da poco: quel locale nacque trent’anni fa con la discoteca Piki, che riscosse un successo sfrenato tra fine anni Ottanta e metà anni Novanta. Subentrò il Mithos, e successivamente lo spazio si trasformò in disco pub con il Paradise gestito dai fratelli Leonardi, al quale è poi subentrato il Manhattan.

Ora quello spazio ha assunto una veste del tutto diversa. I residenti considerano peraltro positivo l’arrivo del ristorante orientale al posto del pub, che negli ultimi anni aveva creato qualche malcontento nel rione per via dell’esuberanza dei giovani frequentatori. Ora è arrivato Colala, un nome che non è traducibile in italiano ma che secondo i proprietari ha un bel suono e porterà loro fortuna.

comments powered by Disqus