Non solo mele: è tempo di luppolo

di Roberto Rizzi

Una delle bevande più apprezzate al mondo è la birra e la tradizione sudtirolese, con tutte le sue produzioni più o meno famose, non fa certo eccezione. Ma dalle birre «industriali» degli scorsi decenni si è passati ad un mondo di birrifici artigianali che incontrano il grande favore del pubblico, anche perché propongono prodotti originali, naturali, spesso a «chilometro zero».
Ad esempio da pochi anni, a Cles, è nato il birrificio Clesium, gestito da Matteo Mariano, classe 1991. «L’idea di fondare un birrificio è nata a casa mia - ricorda Mariano - Per passione, provavo a produrre birra artigianalmente, in piccole quantità, ma mi appuntavo tutte le ricette. Da questa passione è sorta l’idea di farne una professione e le attuali produzioni sono frutto delle tante prove che facevo in casa».

Matteo ha potuto fondare la società «Clesium srl» con altri due soci, Giovanni Coletti, proprietario della Tama, e Ferruccio Chini: «L’anno di nascita è il 2014 - ha proseguito Mariano - Le prime produzioni e vendite sono poi arrivate nel 2015. Oggi produciamo varie qualità, come la IPA, birra ambrata che si ispira alle Pale Ale inglesi, la Blanche, legata alla tradizione belga, e la Weiss, simile alle famose Weissbier tedesche».

Quest’ultima birra è particolarmente interessante, poiché la sua produzione avviene utilizzando il luppolo selvatico che cresce in Val di Non, del quale si sta effettuando il raccolto in questi giorni. Così mentre tutta la valle è impegnata a «coìr» le mele, i mastri birrai vann oa caccia di pannocchiette verdi: «La nostra Weiss è prodotta con luppolo autoctono, raccolto nella parte boschiva del lago di Santa Giustina che va dal castello di Cles fino a Maiano - precisa il giovane mastro birraio - L’ultima settimana di agosto controllo lo stato del luppolo e quando ho appurato la sua maturazione comincio la sua raccolta. Il tutto va ultimato entro una settimana, altrimenti matura troppo ed è inutilizzabile. Una volta raccolto lo essicco e lo congelo, in modo da poterne disporre per tutto l’anno».

Questa modalità di produzione attraverso l’utilizzo di un prodotto locale si sposa con quelli che sono gli intenti del birrificio Clesium, ovvero produrre e offrire una birra ad alta e bassa fermentazione, non filtrata, non pastorizzata e rifermentata in bottiglia. «Produciamo circa 360 ettolitri di birra all’anno, divisi in bottiglie da 33 centilitri e 75 centilitri - conclude Mariano - Non vi sono tipologie di birra più vendute rispetto ad altre, ma tutte sono apprezzate più o meno ugualmente. La zona in cui vendiamo di più è sicuramente il Trentino, ma copriamo anche alcune parti dell’Alto Adige, come Bolzano; la vendita si spinge anche alla parte nord di Verona e la zona alta del Lago di Garda. Il nostro birrificio segue tutto il procedimento produttivo, dalla raccolta del luppolo fino all’etichettatura e al confezionamento».

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