Installazioni naturali anauni in dono all'ospedale di Bolzano

Ai «Donatori di musica» insigniti del premio Alexander Langer, che regolarmente regalano la loro arte ai pazienti dell’ospedale di Bolzano, si affiancano nuovi doni che in parte giungono dalla Valle di Non.

Sono le installazioni naturali che arricchiscono il giardino pensile dell’ospedale grazie all’opera delle quattro anime del Gruppo Terrae - Giuseppe Dondi, Roberto Rossi, Alberto Larcher e Fabio Seppi - insieme alle artiste Annalisa Covi e Sabine Bortolotti.

«Un giardino per la musica - Kunst Garten» è il titolo dell’iniziativa concretizzata sopra il reparto di oncologia e che giovedì prossimo 9 giugno, alle ore 19, verrà inaugurata con un concerto del «Monteverdi Wind Chamber Ensemble». un complesso di «donatori di musica» diretto dal maestro Fabio Neri.

A beneficio dei pazienti o di chi li accompagna e visibili anche dal giardino d’inverno, le creazioni «fatte» con i materiali della natura simboleggiano i paesaggi interiori dei loro creatori e donatori: «cielo e terra» per le pietre che ritorneranno terra di Alberto Larcher, gli intrecci di Giuseppe Dondi che hanno dato forma ad «un albero per la vita», le «Veg chairs» di Fabio Seppi e le figure del percorso, «One», realizzato da Roberto Rossi, le capanne «Buon auspicio» per la Clematis e altri rampicanti di Annalisa Covi e Sabine Bortolotti.

«La riqualificazione in termini non solo simbolici degli spazi ospedalieri, voluta, perseguita e realizzata dal più importante progetto di Umanizzazione dell’ultimo decennio, Donatori di Musica - scrive il primario di oncologia medica Claudio Graiff nel catalogo - prosegue grazie anche alle iniziative che ad esso si ispirano, tra cui ultima in ordine temporale, ma non di importanza, quest’opera di decorazione degli spazi all’aperto, che gli artisti del gruppo TERRAE hanno voluto donare all’Ospedale di Bolzano.

Dalle sale d’attesa che si trasformano in sale della Musica, dai corridoi del Day Hospital oncologico che si vestono di quadri e ospitano vere e proprie mostre fotografiche a soggetto, fino al giardino pensile, ora ?abitato? da queste belle opere, tutto si carica di significati diversi, che favoriscono l’interazione e la riflessione, liberando l’umanità che risiede in ognuno, nella consapevolezza che è possibile riempire i tempi vuoti dell’attesa di valori pregnanti e positivi, per un modo diverso di  vivere la presenza in Ospedale. Gli spazi ospedalieri dedicati al soggiorno, all’attesa, alla ricreazione, divengono così a tutti gli effetti spazi della Cura, grazie anche alla creazione di inediti scenari».

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