Cacciatori: cosa cambia con la fusione

Cagnò, rassicurazioni e dubbi alla serata

Gli effetti della fusione dei comuni della Terza Sponda sulle riserve di caccia sono stati al centro di un dibattito che si è tenuto lunedì sera nella sala pubblica del municipio di Cagnò. Ha introdotto la serata il sindaco Ivan Dalpiaz, il quale ha ricordato che la riunione, seppur rivolta in modo specifico ai cacciatori, fa parte della fitta campagna referendaria che accompagnerà i cittadini al voto di maggio. Ha poi preso la parola il presidente della Federazione dei Cacciatori Trentini Carlo Pezzato, che ha garantito che qualora la fusione dovesse passare non ci sarebbero spiacevoli novità per i cacciatori. Pezzato ha inoltre citato l’esempio del Comune di Ledro che è nato nel 2010 dalla fusione di sei comuni, dove nonostante la fusione amministrativa sono state mantenute le sei riserve. «La legge - ha spiegato Pezzato - prevede che in caso di fusione la caccia rimanga come è strutturata all’interno del territorio».

Dal pubblico però è intervenuto il consigliere provinciale Nerio Giovanazzi richiamando l’attenzione su un punto oscuro all’interno della legge provinciale sulla caccia. La normativa in vigore infatti - secondo lui - potrebbe consentire ad un cittadino del futuro comune unico di pretendere di esercitare l’attività venatoria sul territorio di un’altra frazione. «Il problema c’è - ha affermato il consigliere - che non sia mai stato sollevato è una questione diversa, la legge usando tre diverse locuzioni apre la strada a ricorsi».

Per questo Giovanazzi ha presentato un disegno di legge che se approvato farebbe chiarezza su questo passaggio, tale proposta sarà esaminata a breve dal consiglio provinciale. Il sindaco di Cagnò ha espresso l’augurio che prima del referendum tutto venga risolto. Dal canto suo Pezzato ha chiarito che l’Avvocatura e il Servizio Legislativo della Provincia si sono già espressi con due pareri, rispettivamente nel 2012 e nel 2014 interpretando la norma nel senso che in caso di fusione di comuni le riserve rimangono inalterate, come i titolari dell’esercizio venatorio in dette riserve. «Il dubbio c’è e gli spazi per ricorrere anche» ha però nuovamente replicato Giovanazzi.

È poi intervenuto Angelo Floretta di Cloz, cacciatore con 62 anni di attività venatoria alle spalle, che ha sottolineato l’importanza di rispettare le riserve attuali e gli usi civici dopo la fusione. In sostituzione dell’assessore provinciale agli enti locali Carlo Daldoss ha preso la parola Alessandro Ceschi, direttore del Consorzio dei Comuni, che ha spiegato che da parte della politica c’è convergenza nella volontà di risolvere questo dubbio nella maniera più chiara possibile.

«Sarebbe paradossale che una fusione amministrativa vada ad incidere sull’equilibro venatorio» ha concluso Ceschi. Gli incontri sulle fusioni proseguono. Lunedì 18 aprile alle 16 a Brez, sala San Giovanni, pomeriggio con i Circoli pensionati ed anziani e parlare del ruolo che le associazioni rivestono e/o possono rivestire nel comune unito. Il 20 aprile a Cloz (sala incontri, 20.30) interverrà l’assessore agli enti locali Carlo Daldoss per un incontro pubblico con la cittadinanza. Mercoledì 27 aprile (20.30) a Revò, auditorium scuole medie, serata per il mondo agricolo con l’assessore all’agricoltura e turismo, Michele Dallapiccola e del direttore del Codipra Andrea Bert. Mercoledì 4 maggio a Brez (sala San Giovanni, 20.30) arriva il presidente del Consorzio dei Comuni trentini, Paride Gianmoena.

Il 10 maggio a Revò (auditorium scuole medie, 20.30) confronto diretto con la cittadinanza del presidente della Provincia, Ugo Rossi con lo stesso Paride Gianmoena, mentre il 18 maggio a Romallo (sala San Vitale, sempre alle 20.30) si concluderà la campagna referendaria con un incontro dedicato al volontariato locale.

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