Un gruppo di studio per realizzare un dizionario italiano-noneso

Un gruppo di lavoro è stato costituito all’interno dell’«Accademia per lo studio della lingua noneso-ladina» allo scopo di realizzare un vocabolario italiano-noneso, fruibile da quanti intendano studiare la «lingua» anaune. Che non è un dialetto, ma una lingua, spiega Sergio de Carneri, ex parlamentare, che di noneso-ladino è da anni un esperto. «Anzi», sottolinea, «la sola lingua romano-retica esistente in Italia, che non ha niente a che vedere con il ladino della valle di Fassa, ad esempio, di altra derivazione. Ad esempio, la lingua nonesa ha il condizionale, il ladino fassano no». Le basi retiche sono presenti ed evidenti, insiste de Carneri. «In retico “emu” significava fiume. “Ana emu” diventava vicino al fiume. Da “anaemu” deriva Anaunia», termine peraltro usato dall’imperatore Tiberio Claudio quando nel 46 dopo Cristo garantì ad «anauni, tuliassi e sinduni» la cittadinanza romana. 

«Un gruppo che si interessa alla traduzione dall’italiano al noneso in realtà opera già dal 2005», commenta Candido Marches, presidente della sopra citata Accademia. «Ora si intende portare avanti questo progetto, nel frattempo abbiamo raccolto una grande quantità di documenti in lingua nonesa. La nostra convinzione è che se parliamo noneso insegniamo la nostra storia. In particolare ci sono decine di lavori artigianali o agricoli scomparsi, dall’ombrellaio alla fienagione, e con loro si sono perse numerose parole, raccolte in un vocabolario, perché non siano dimenticate. Al tempo stesso dobbiamo realizzare un vocabolario italiano-noneso, perché chi non parla o non conosce la lingua nonesa possa trovare la parola cercata». Qui interviene Caterina Dominici: «Se ad esempio uno deve dire in noneso “pane vecchio”, non saprà quale parola usare. La traduzione è “pan montegn”, e come può uno arrivarci, da solo...». 

Presenti sono anche altri sostenitori del nonesismo: Fabio Widmann che su Radio 7 Larici conduce una trasmissione in noneso da anni, Dolores Keller poetessa in noneso, Giorgio Debiasi che collaborerà al nascente dizionario («ci vorranno dieci anni di lavoro», profetizza). Quanto al gruppo, sarà coordinato dal linguista David Wilkinson; ne faranno parte Bruno Francisci, Gaetano Forni, Sergio de Carneri; forse ci sarà anche Ilaria Debiasi, linguista, allieva del noto e già citato David Wilkinson. 

«Tutte persone di notevole competenza», sottolinea Caterina Dominici. «Ma voglio sottolineare anche un fatto incredibile. La realizzazione del dizionario italiano-noneso sarà sostenuta dal contributo di un ente pubblico. Siamo di fronte ad un miracolo istituzionale!», esclama. «La Regione mette a disposizione una quota, coprendo parte dei costi. Una novità che si aggiunge ad un altro avvenimento, il vicepresidente provinciale (Alessandro Olivi, ndr) ha aperto un varco per il riconoscimento di minoranza etnico-linguistica...».
«Fa piacere», evidenzia de Carneri, «che il contributo giunga da Arno Kompatscher, della Svp, una forza politica che sempre ha dimostrato di riservare grande attenzione alle minoranze linguistiche».

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