Trento-Malé, dopo 105 anni Luana è la prima capotreno

La chiamavano «Vaca Nonesa» per il caratteristico suono emesso dalle trombe ad aria che ricordava, appunto, un muggito. E quando fu inaugurata, nel lontano 11 ottobre 1909, era la più lunga linea a trazione elettrica di tutto l'Impero Austroungarico. La Trento-Malé, che nel frattempo è stata prolungata fino a Marilleva, quest'anno festeggia dunque 105 anni di vita. Tanti, tantissimi per un ente che, però, vanta un record poco invidiabile: per oltre un secolo non ha mai avuto una donna in divisa sui propri convogli

di Nicola Guarnieri - NO

La chiamavano «Vaca Nonesa» per il caratteristico suono emesso dalle trombe ad aria che ricordava, appunto, un muggito. E quando fu inaugurata, nel lontano 11 ottobre 1909, era la più lunga linea a trazione elettrica di tutto l'Impero Austroungarico. La Trento-Malé, che nel frattempo è stata prolungata fino a Marilleva, quest'anno festeggia dunque 105 anni di vita. Tanti, tantissimi per un ente che, però, vanta un record poco invidiabile: per oltre un secolo non ha mai avuto una donna in divisa sui propri convogli. E pensare che il mondo si è evoluto. Ma questa linea ha sempre parlato al maschile perché ai vari corsi si sono sempre presentati uomini. Da qualche giorno, comunque, anche questo tabù «rosa» che sembrava una sorta di baluardo per una ferrovia «orgogliosamente» e scherzosamente a trazione maschile è finalmente caduto. E dopo 105 anni al comando di un treno, il «tram» come si chiama tra Piana Rotaliana e val di Sole, è arrivata una donna. Non una qualsiasi: una ragazza passata attraverso una selezione massacrante che ha richiamato in Trentino mille aspiranti ferrovieri da tutta Italia.
Lei si chiama  Luana Centi  e ai binari ci è capitata per caso. È stata una conoscente, mentre cercava lavoro, a suggerirle il concorso di Trentino Trasporti per reclutare nuove leve da avviare sulle linee «casalinghe», Trento-Malè e Valsugana. Alla fine ce l'ha fatta a indossare una divisa «rigorosamente» maschile, resistita ai mutamenti epocali, al suffragio universale, alle donne premier.
L'impatto iniziale non è certo stato tenero. E non solo per questa presenza graziosa tra colleghi «omeni» ma soprattutto per i passeggeri, migliaia di pendolari che mai, in vita loro, avevano incrociato un capotreno femmina. Sgomento, dunque. Qualcuno, sulle prime, ha storto pure il naso: «Ma come? Una donna che comanda un treno? Ma siamo matti?». Parole in libertà subito stoppate dalla solidarietà del cosiddetto sesso debole: «Era ora che ci fosse una donna sul tram. Eravamo stufe di questi maschi che sanno tutto loro». E attenzione al dettaglio: non si tratta di persone avanti con l'età ma perlopiù di giovani. I ragazzi, increduli di fronte all'evoluzione nella «colorazione» dei trasporti, - i trenini elettrici, in fin dei conti, da qualche anno sono bianchi e rosa - hanno reagito con stupore ma poi con ammirazione. La breccia, insomma, è diventata più efficace di quella di Porta Pia.
Per dirla con Gianni Morandi, uno su mille ce la fa. Stavolta è toccato a Luana dare la stura ad un blocco delle quote rosa resistito per oltre un secolo.
Qualcuno, in stazione, allarga le braccia: «Meglio tardi che mai». Già, e questo inedito che guarda al futuro - ancorché in ritardo sull'italica tabella di marcia - consente di sfogliare il libro di ricordi. L'inizio dei lavori di costruzione, per esempio, è datato 1907. Allora c'era l'Austria (e quest'anno ricorre pure l'anniversario della Grande Guerra, quella che alla fine ha consegnato la Trento-Malé e la regione all'Italia) e la divisa indossata dal capotreno era diversa. E la storia ci rammenta che il 14 giugno 1936 la gestione era passata alla società privata dell'ing. Giacomo Sutter, la «S.A. Trasporti Pubblici», mentre nel 1945 alla Spa «Ferrovia locale Trento-Malé» diventata tre anni dopo «Ferrovia elettrica Trento-Malé». Ovviamente anche la percorrenza ha avuto, nel tempo, una decisa accelerata: nel 1909 da Trento a Malé ci volevano 5 ore e 24 minuti, nel 2008 un'ora e mezza. E adesso a comandare il treno c'è una donna. La prima, forse, di una lunga serie.

comments powered by Disqus