Paganella / Il caso

Lucchetti tagliati e caprioli liberati nottetempo dal recinto di Cavedago (ma è stata la Forestale)

Operazione notturna del corpo forestale al centro di recupero, lo stupore del sindaco e del presidente del Parco che non erano stati avvisati

di Mariano Marinolli

CAVEDAGO. Un blitz notturno, con i lucchetti tranciati nel recinto dietro la stazione della Forestale e la scomparsa dei tre caprioli ospitati per le cure di cui avevano bisogno. Nessun atto di vandalismo, ma solo un «normale operazione di routine», come la definisce il dottor Giovanni Giovannini, responsabile del servizio Foreste della Provincia.

Il recinto fu costruito un anno fa come «centro di recupero» per ospitare gli animali selvatici feriti o malati, oppure cuccioli da svezzare che hanno bisogno di vivere in area protetta. Prima era l'associazione dei cacciatori trentini ad occuparsene nel recinto del Casteller, a Trento. Nel recinto della Forestale della Paganella vivevano, fino l'altro ieri, tre caprioli che nella notte tre mercoledì è giovedì sono spariti.

Il sindaco di Cavedago Corrado Viola, venuto a conoscenza dell'accaduto, ha subito chiesto lumi all'assessore provinciale competente, Giulia Zanotelli, la quale non era a conoscenza del caso e l'ha invitato a rivolgersi al dottor Giovannini: «Mi era ben giunta una comunicazione che i tre caprioli sarebbero stati liberati - precisa il sindaco - ma senza riferimenti sul giorno in cui ciò sarebbe successo. Ho interpellato il responsabile Giovannini, il quale mi ha rassicurato che non c'è alcuna intenzione, da parte della Forestale, di dismettere il recinto e che i caprioli sono stati liberati in zone ritenute ideali dagli stessi responsabili del Servizio foreste».

La stazione forestale di Andalo è stata trasferita pochi anni fa, in concomitanza all'apertura della strada «Ai Priori», sul terreno catastale di Cavedago e il recinto fu realizzato su una superficie di circa mille metri, sul retro della stazione, a seguito di una decisione presa nella conferenza dei servizi con il benestare del Comune di Cavedago. «Anche il presidente del Parco Adamello Brenta, Walter Ferrazza, che ho sentito telefonicamente - aggiunge il sindaco - si è detto dispiaciuto per l'accaduto, poiché l'ente sta predisponendo un progetto per l'ampliamento di quel recinto, indispensabile per la tutela della fauna selvatica».

Dal canto suo il responsabile Giovannini spiega che non sussisteva più alcun motivo per tenere i caprioli rinchiusi in quel recinto: «Abbiamo fatto una valutazione per liberarli poiché erano ormai autonomi e voglio sottolineare che sono animali selvatici: mica potevano restare ancora rinchiusi». Ma perché di notte, tranciando addirittura il lucchetto del cancello? «Non so se sono stati tranciati i lucchetti; può darsi che gli incaricati non avessero trovato le chiavi e abbiano dovuto forzare i lucchetti. Poi non ha importanza se la liberazione dei tre caprioli sia avvenuta di giorno o al buio». E dove sono stati portati? «Sono stati rimessi in libertà, ma non siamo tenuti a dire dove. Siamo alle porte della primavera e c'è la necessità di ricoverare altri animali in quel recinto».

Però il recinto non è vostro poiché costruito sul terreno comunale di Cavedago. «No. Il recinto è nostro e l'ho fatto costruire proprio io, che sono il responsabile di quell'area. Fino a prova contraria, decidiamo noi cosa fare e come gestirlo».

Le guardie della stazione di Andalo, tacciono. E dicono di non sapere nulla di quanto accaduto nella notte dell'altro ieri. Ma il caso avrà sicuramente delle ripercussioni a livello politico.

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