Lavis: oggi i funerali del pittore e incisore Giuseppe Groff

«Vittorio Sgarbi ha avuto parole di apprezzamento per le mie opere, ma mi ha detto che non sarò un pittore conosciuto, per il mio caratteraccio»: Giuseppe Groff, mancato sabato all’età di 74 anni, parlava così qualche anno fa, non senza autoironia, aggiungendo con malcelato orgoglio: «Ma sono sempre stato persona libera e ho fatto opere che restano».

Ecco: per ricordare un artista che dipingeva solo quando sentiva di aver “qualcosa da dire” (rara qualità, in tempi di mercificazione portata all’eccesso in tutti i campi), non serve molto altro. Giuseppe Groff, nato a Bari nel 1946, dopo la scuola commerciale visse tra il 1970 e il 1975 a Bergamo, collaborando nella bottega di Giulio Poloni. Artista quasi autodidatta, si è inserito a pieno diritto tra i pittori “en plein air”, preferendo il figurativo classico ad altre espressioni ma rifacendosi in parte anche all’impressionismo, che amava molto.

Alla tematica del paesaggio, genere impressionista per eccellenza che Groff ha coltivato anche viaggiando sulle orme di grandi pittori come Van Gogh, ha alternato la realizzazione di deliziose e raffinatissime nature morte: «Qui la tecnica impressionista è mitigata dall’amore dell’autore per la compattezza monumentale di una brocca o di un vaso, dal piacere di indugiare nella descrizione di una tovaglia, dalla sublime sensibilità nel disegnare un fiore o una mela», si legge nella descrizione delle sue opere pubblicata sul sito della Galleria d’arte Fedrizzi di Cles.

Groff ha esplorato anche il campo della grafica e delle incisioni, realizzando diverse acqueforti, si è cimentato anche nella scultura su legno, ha dipinto acquerelli delicati. «Il grande argomento della sua pittura ultimamente era la Divina Commedia» ricorda l’assessore Germana Comunello che nel 2013 gli aveva organizzato una mostra personale a palazzo de Maffei, con stampa del catalogo.

Ma Groff sarà ricordato anche per il suo impegno nel mondo dell’atletica, dove rivestì il ruolo di presidente dell’Ataf dal 1983 al 1991, e come co-ideatore del meeting Donna Sprint. Lascia la moglie Maria, con cui ha condiviso una vita, i figli Walter e Sara, i nipoti Davide, Thomas, Martina e Michele.

Oggi alle 10, nella chiesetta del cimitero di Lavis, l’ultimo saluto.

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