Addio sindaco Tomasini, un'epoca si è chiusa

Un’epoca si chiude. Quella dei sindaci di una volta, vere e proprie istituzioni della comunità, rispettati, spesso amati, talvolta contestati ma sempre al di sopra di ogni sospetto di occupare quel posto per interessi personali.
Mario Tomasini, che ieri è scomparso a 74 anni, era uno di questi. Per Roverè della Luna è stato il sindaco che ha segnato il passaggio storico da paese agricolo tout-court ad una realtà anche industriale con forte presenza nella cooperazione.
Tomasini è morto lasciando tracce ben visibili del suo impegno amministrativo e politico.

Il ricordo dei suoi amici, si vedano gli altri articoli in questa pagina, testimonia l’affetto che Mario Tomasini ha saputo conquistarsi in 28 anni da primo cittadino dal 1983 al 2010 quando dovette lasciare la carica perché la legge sul limite dei mandati, altrimenti, disse in una intervista, avrei continuato.

Mario Tomasini era nato a Roveré della Luna il 18 dicembre 1943. Dopo la terza media, aveva studiato per un anno da segretario amministrativo. Per dieci anni, dal 1962 al 1972, ha fatto il pendolare da Roveré a Bolzano, impiegato in un’agenzia postale privata. A vent’anni, è diventato segretario comunale della Dc, dal febbraio 1983 è diventato sindaco di Roverè della Luna subentrando a Fulberto Gruber. Prima, era stato consigliere per cinque anni e capogruppo per sette. Professionalmente aveva un vigneto tra Salorno e Magrè. Prima di diventare sindaco, è stato membro del consiglio di amministrazione della Cantina sociale. Ha fatto parte del Consiglio delle autonomie e del consiglio di amministrazione del Consorzio dei Comuni. Lascia la moglie Flavia e le figlie Cristiana e Alessandra.

Dopo di lui a guidare il paese fu Michele Kaswalder: «Con lui ho imparato cosa significhi essere un amministratore. Fu un’eredità pesante che arrivava dopo 5 anni in cui fece l’assessore dal 2005 al 2010. I suoi consigli sono stati per me preziosissimi e sono sempre stati dati con umiltà senza mai imposizioni. Roverè gli deve molto».

Carattere estroverso, diretto e pragmatico, Mario Tomasini riusciva ad instaurare una naturale simpatia con tutti. Aveva le proprie idee e le sapeva difendere. Il secolo iniziò per Roverè della Luna in modo drammatico con l’evacuazione del paese per tre giorni a causa di una frana che incombeva sul paese inondato dalle fortissime piogge. In quei giorni, tutti riconobbero a Mario Tomasini, al Sindaco, una straordinaria capacità di gestire l’emergenza, rincuorando, spronando, bacchettare, senza mai supponenza. Un leader e non un capo, perchè Mario Tomasini sapeva anche lavorare di squadra.

Democristiano per formazione culturale, grande amico di Bruno Kessler prima e poi del suo delfino Lorenzo Dellai, Mario Tomasini ha sempre rivendicato la propria storia politica anche quando un certo tipo di mondo stava andando in frantumi.
Quando lasciò l’incarico di sindaco, alla domanda quale fosse il ricordo più bello rispose: «Il rapporto buono con la gente e il rispetto: diritti e regole, che uno sia amico o no».
I funerali si svolgeranno domani alle 14,30 nella chiesa parrocchiale di Roverè della Luna. Tutto il paese, ne siamo certi, darà l’ultimo saluto al «suo» Sindaco.

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