Bicigrill vetrina dei prodotti rotaliani

di Mariano Marinolli

Il cicloturismo, a detta di molti operatori economici della Rotaliana, è la scommessa sul futuro ed Emilio Pedron, che ha investito fior di quattrini nel suo Bike Break di Cadino (una moderna struttura completamente in bioedilizia, al settimo posto nella Top Ten dei Bicigrill italiani), ci crede fino al punto di aver creato una rete con le cantine rotaliane e le aziende agricole per promuovere i prodotti tipici.
D’altro canto, come dargli torto quando i dati della Provincia parlano di un flusso cicloturistico in costante aumento? Nel 2016 il rilevatore di passaggi a Cadino ha registrato 140.000 transiti, con pochissimi pedoni: la percentuale stimata è attorno al 2% e il resto sono solo biciclette.

Poi, da quando è scoppiata la moda delle bici con pedalata assistita, gruppi di ogni età scendono dall’Alto Adige verso il Garda, spingendosi fino a Mantova lungo la ciclabile lungo il Mincio, tra Peschiera e le rive del Po.

C’è un dato, però, che lascia intendere come la Rotaliana non sia ancora tra le mete più gettonate dai cicloturisti: al rilevatore di Egna, lo scorso anno i transiti registrati superano le 200.000 unità; a Nomi, prima di Rovereto,addirittura 280.000. Abbiamo scoperto, allora, che nei pacchetti offerti dai vari tour operators, pochi propongono l’itinerario che passa dalla Rotaliana; la maggior parte dei pacchetti prevede la partenza da Resia, Brennero o San Candido con percorso fino a Salorno e ritorno, lungo le ciclabili della Val Venosta, Pusteria e Val d’Isarco. Poi ci sono i pullman che trasportano i cicloturisti fino a Trento, da dove partono in bici verso il Garda, saltando così la Rotaliana. Sono prevalentemente tedeschi, ma anche tanti austriaci, olandesi e, come ci racconta Emilio Pedron, da Cadino sono passati addirittura gruppi di nazionalità australiana, statunitense, francese, canadese, iberica e persino turisti israeliani.

Spesso sulla ciclabile dell’Adige si incontrano gruppi di quaranta o cinquanta cicloturisti che viaggiano in fila indiana e quasi tutte le comitive che passano dalla Rotaliana si fermano al Bike Break di Cadino. Cosa chiedono? «Naturalmente si concedono una pausa per rifocillarsi, ma tanti di loro chiedono anche dove pernottare. Io indico a loro vari B&b o agritur della zona perché i cicloturisti non amano gli hotel. Tanti di loro - osserva Pedron - viaggiano persino con una tendina piegata sul portabici o nello zaino e chiedono dove ci sia un campeggio. Purtroppo è una struttura ricettiva molto richiesta che da noi manca, ma se ci fosse sono certo che andrebbe ad incentivare il cicloturismo. Stesso discorso vale per un’area camper, che servirebbe sempre per un maggior richiamo dei cicloturisti».

Pedron ha aperto anche una piccola enoteca con degustazioni: ha messo a disposizione, gratuitamente, una scaffalatura a nicchia, riservandone una per ogni cantina; sono dodici cantine e due distillerie che hanno già aderito all’invito di Pedron ad esporre i propri vini e grappe: «Tra i cicloturisti ci sono tanti appassionati del vino e osservano con curiosità questa che vuole essere una vetrina dei vini prodotti nella Rotaliana; molti ne approfittano per andare in bici a visitare le cantine più vicine». Tra qualche giorno, il Bike Break aprirà anche dei chioschi in legno per la vendita di frutta, verdura e altri prodotti tipici trentini. I cicloturisti amano scoprire le tipicità dei territori, e allora: perché non approfittarne dal momento che la Rotaliana, come ebbe a dire il sommo poeta Wolfgang Goethe, è il più bel giardino vitato d’Europa?

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