A Zambana primo profugo dal Ghana e ne arriveranno altri cinque

Da pochi giorni, l’appartamento sopra l’oratorio in piazza Ss. Filippo e Giacomo, di proprietà comunale, è abitato da un migrante richiedente asilo in Italia e proveniente dallo stato africano del Ghana. Nei prossimi giorni dovrebbero arrivare nello stesso appartamento altri cinque profughi, ma non è ancora stata resa nota la loro nazionalità e provenienza. 
L’appartamento è stato recentemente ristrutturato dal Comune di Zambana con una spesa di 30.000 euro, comprensiva di oneri fiscali, a cui vanno aggiunti altri 10.000 euro per gli arredi.
L’edificio in questione annovera due appartamenti, di vasta superficie, entrambi di proprietà comunale. Il primo è occupato dalla Pro Loco e altre associazioni, mentre l’altro, abbandonato da quindici anni, doveva essere completamente ristrutturato e destinato al «Micronido», una struttura chiesta dalle famiglie con bimbi in tenera età e che rientra nel programma dell’amministrazione guidata dal sindaco Renato Tasin.
Il sindaco stesso assicura che lo spazio per il «Micronido» c’è e che, in vista della fusione con Nave San Rocco, si sta ragionando per insediare sul territorio una struttura anche più grande di quella pensata inizialmente.
Perché questa scelta di cambiare la destinazione d’uso dell’appartamento ristrutturato con 40.000 euro di denaro pubblico?«Premesso che, in vista della fusione con Nave San Rocco, quella struttura sarebbe insufficiente e non adatta ad ospitare un nido, noi abbiamo onorato l’impegno che ci eravamo responsabilmente assunti in sede di Comunità, dinanzi alla Provincia e agli altri sindaci». Cioè? «Era stato concordato unanimemente che, piuttosto di ghettizzare un centinaio di profughi al Lord hotel di Cadino, ogni sindaco, proporzionalmente al numero degli abitanti, avrebbe agito per sistemarli in piccoli gruppi su tutto il territorio, in maniera di facilitarne l’integrazione con i residenti. Noi, a Zambana, prima abbiamo pubblicato un avviso ed effettuato un sondaggio per verificare se, nel nostro comune, vi fosse qualche appartamento privato da poter affittare alla Provincia; non avendo ottenuto alcun riscontro dalla nostra indagine, abbiamo ritenuto opportuno mettere a disposizione l’alloggio che avevamo ristrutturato per il nido, affinché non rimanesse disabitato vanificando la spesa per la sua ristrutturazione». Quindi, l’avete ceduto in affitto alla Provincia? «Certo. Abbiamo sottoscritto un regolare contratto e il Comune percepisce un canone di 135 euro mensili per ogni migrante fino al 31 dicembre 2017, data di scadenza del contratto». Non c’erano domande, tra i vostri censiti, per appartamenti a canone agevolato o alloggi protetti per gli anziani? «C’era qualche situazione di difficoltà esistente che abbiamo risolto con l’aiuto degli assistenti sociali. I sei profughi sono qui di passaggio e tra un anno, quando dovranno lasciare l’appartamento, lo affitteremo a chi ne avrà di bisogno. Era inutile, nel frattempo, lasciarlo abbandonato e disabitato».
Tasin ci tiene a sottolineare che il Comune, come aveva chiesto l’assessore provinciale Luca Zeni, ha risposto con senso di responsabilità all’appello rivolto ai sindaci dalla Provincia per ospitare i profughi, evitando di ammassarli in un unico luogo: «Noi - conclude il sindaco - siamo sempre stati contrari all’idea di concentrare tutti i migranti a Cadino. Ci siamo assunti la nostra responsabilità rispettando alla lettera l’accordo scaturito tra i sindaci della Comunità Rotaliana Königsberg e la Provincia».

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