Cembra, la Finanza indaga sulla centrale a biomassa

di Pietro Gottardi

La Guardia di Finanza che domenica ha celebrato l’intitolazione della sala Consiliare del Comune di Cembra al proprio appuntato perito in servizio Stefano Gottardi, medaglia d’oro al valor civile, circa un mese fa aveva già varcato la soglia del municipio in piazza Guglielmo Marconi.
Una visita di tenore completamente diverso, legato all’attività investigativa delle Fiamme Gialle, rimasta coperta dal massimo riserbo, finché qualche voce (che ha trovato puntuale conferma) ha iniziato a circolare in paese.
Oggetto dell’interesse dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria agli ordini del colonnello Stefano Lampone, il discusso impianto di produzione di energia elettrica a biomassa.

In Comune con una procura della Corte dei Conti (la vertenza quindi è amministrativa, per via dei contributi pubblici ricevuti dall’opera, e non penale), gli agenti hanno chiesto copia di tutti gli atti relativi all’impianto: delibere, appalto, contratti e progetti, concedendo qualche giorno all’amministrazione per fotocopiare la gran mole di documenti.

Documenti, lo ricordiamo, che Paolo Fedrizzi, sindaco di Valda e Umberto Dalmonego, consigliere della Comunità di Valle, avevano richiesto prima di giugno alla sindaca di Cembra, Antonietta Nardin. «Non ho mai ricevuto nulla di quello che abbiamo chiesto: né la copia del contratto di affidamento dei lavori all’impresa né copia della planimetria con gli schemi tecnici dell’impianto: ho mandato richiesta con posta certificata, sollecitata dopo tre mesi perché non ho ricevuto nulla. La richiesta è arrivata e chiaramente non vogliono rispondere» dichiarò Fedrizzi all’Adige. Pronta fu la replica della sindaca, affidata peraltro al segretario comunale, dottor Paolo Sponga: «Fedrizzi ha chiesto della documentazione in modo generico, e con una semplice e-mail. Invece, ai sensi della legge provinciale 23/92 articolo 32, occorre che la domanda di accesso agli atti amministrativi sia motivata, per iscritto, da persona che abbia interesse giuridico motivato».

«Noi - spiegò Sponga - possiamo fornire tutti gli atti pubblici che vuole, dalle delibere alle determine, e questi documenti sono già pubblici e rintracciabili da tutti. Ma per tutto il resto occorre innanzitutto che Fedrizzi sia giuridicamente parte rilevante, ad esempio come rappresentante di una associazione di consumatori o simili. Anche perché - concluse il segretario - ci sono comunque degli atti protetti dalla privacy e dal segreto professionale o industriale, come certi aspetti della progettazione e del funzionamento dell’impianto».

Tutte queste eccezioni ovviamente l’amministrazione comunale di Cembra non ha potuto sollevarle alla Guardia di Finanza che infatti ha preteso e ottenuto ogni documento custodito nell’archivio comunale inerente l’impianto. Impianto che dal punto di vista oggettivo appare completato: l’opera realizzata in località Pilai, in zona Campagna Rasa dalla Pyro-Max di Arco anche con sostanziosi contributi pubblici sembra finita. Sul fatto che funzioni a cippato, ci sono però dei dubbi, visto che ieri il vascone di carico era vuoto. Di certo, poi, l’opera non ha ancora superato il collaudo previsto dalla legge.

Da noi interpellato nella giornata di ieri, infatti, l’ingegner Bruno Delaiti, incaricato del collaudo, ha affermato di non aver ancora proceduto alle verifiche richieste, in quanto ancora in attesa della documentazione completa da parte del Comune di Cembra, senza la quale non può essere dato corso al collaudo.        

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