Rotaliana, dopo otto anni la pompa a metano è ora realtà

di Mariano Marinolli

Entro la fine di settembre anche i possessori di un'auto a metano potranno, finalmente, trovare una pompa vicino a casa, senza più doversi recare fino a Trento. Si sono conclusi, infatti, i lavori del nuovo impianto di metano alla stazione di servizio Scari, sulla retta della statale 43 di fronte alla Cittadella del Vino e a pochi metri dal casello autostradale. Ci sono voluti otto anni fra deroghe urbanistiche, certificati sulla sicurezza, perizie geologiche e valanghe di carte e di autorizzazioni, per riuscire a costruire una pompa a metano anche nella Piana rotaliana.

«Credo, però, che senza tutti gli imprevisti incontrati strada facendo dalla nostra azienda, ci vogliono almeno quattro anni per poter aprire un impianto a metano - confida Giorgio de Cles - e non mi spiego il perché di tutte queste lungaggini burocratiche quando, per un combustibile che non inquina e contribuisce al risparmio energetico, i tempi all'estero sono molto più brevi».
E' vero che in Trentino esiste una certa riluttanza nei confronti del metano?
«In effetti non si capisce questa diffidenza verso il metano. Io possiedo un'Audi a metano e vi assicuro che va benissimo! Se guardiamo il mercato, le grandi marche stanno specializzando sempre più la loro tecnologia sul metano proprio per incentivare l'uso di questo combustibile, producendo motori concepiti per una difesa ambientale di gran lunga superiore a quelli che funzionano con i derivati petroliferi».
Anche i concessionari e i meccanici, spesso, sconsigliano i motori a metano.
«E non capisco perché. Forse una volta erano più soggetti ad usura, ma oggi, con le nuove tecnologie, non hanno nulla da invidiare ai motori tradizionali a benzina. Ricordo che pure quando uscirono le prime macchine diesel c'era un'enorme diffidenza verso quel genere di motori; oggi, invece, il veicolo diesel è il più venduto».
Era da anni che nella Rotaliana si aspettava un distributore a metano. Se poteste tornare indietro, ripercorrereste lo stesso calvario?
«Quando partimmo con l'idea di potenziare la nostra stazione di servizio con l'erogazione del metano per autotrazione, non avremmo mai immaginato di doverci avventurare in un simile labirinto. Ma oramai il dado era tratto e ci siamo intestarditi a portare a termine il nostro progetto».

Ci sono stati anche diversi passaggi in consiglio comunale per poter concedere le dovute autorizzazioni urbanistiche e approvare le deroghe rilasciate dalla Provincia, poiché la stazione di servizio sorge in un'area agricola protetta e per costruire l'impianto di compressione, la colonnina del metano con la sua pensilina serve una concessione edilizia. E non è stato facile ottenerla, come spiegano i baroni de Cles mostrando un armadio pieno di documenti necessari anche per accedere ai contributi che spettano per gli impianti a metano.

Infatti, l'Unione europea, attraverso gli enti locali, ha stanziato diversi milioni di euro per contribuire ai grandi investimenti che servono per un impianto a metano; si parla di una spesa che varia dai trecentomila ai cinquecentomila euro, a seconda della località e dalla distanza dal più vicino metanodotto dove viene costruito l'impianto. «Se ci fossero più distributori - conclude Giorgio de Cles - anche la gente sarebbe più invogliata all'acquisto di un auto a metano». Infatti, fino ad oggi, il distributore più vicino alla Rotaliana è a Trento Nord. E spesso si deve attendere parecchio tempo in coda perché tanti automobilisti alla guida di veicoli a metano che percorrono l'autostrada verso Bolzano, escono a Trento sud per fare rifornimento sulla tangenziale e rientrare a Trento Nord.

Otto anni di battaglie burocratiche

Ci sono voluti ben otto anni per aprire il distributore di metano, ma alla fine la famiglia de Cles c'è riuscita. Ecco le tappe significative di questo calvario: 2007 - La compagnia petrolifera OMV si impegna con i baroni de Cles a realizzare il potenziamento della stazione con l'erogazione del metano e partono le domande per la richiesta di ampliamento della stazione di servizio; dal 2008 al 2010 - La ditta Alpengas di Bolzano riceve da OMV l'incarico di realizzare l'impianto, senza però ottenere risposte alle richieste inoltrate e l'iter per l'erogazione del metano si arena nella burocrazia; 2010 - I baroni de Cles danno incarico ad Alpengas di realizzarlo per conto loro, non potendo OMV o Alpengas accedere direttamente al contributo provinciale; 2012 - Dopo mesi, tra lettere e carte bollate, Alpengas non riesce a sbloccare la situazione e i baroni de Cles creano la «Scari srl», sostituendosi ad Alpengas nella realizzazione dell'impianto e nella gestione della stazione di servizio; 2013 - Scari srl coinvolge uno studio di consulenza di Pescara, la «Industria Progetti.it», specializzato nella progettazione di impianti di carburante e, finalmente, si risolvono le questioni burocratiche; 2014 - Scari srl ottiene il contributo provinciale e tutte le autorizzazioni necessarie; 2015 - viene realizzato l'impianto.

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