Povertà / Il caso

Caritas: «Valli del Chiese, allarme gioco d'azzardo. Sempre più persone ci chiedono aiuto per questo»

Quasi una cinquantina le famiglie in difficoltà seguite e aiutate dai volontari: “Sacche di povertà, principalmente temporanee”

di Giuliano Beltrami

VALLI DEL CHIESE. Dici Caritas e pensi alla solidarietà, agli interventi in favore degli ultimi, o perlomeno dei penultimi. Non è ironia. Nelle nostre valli mediamente si sta bene, anche se non mancano le sacche di povertà, principalmente temporanee, vuoi per una crisi aziendale, vuoi per la pandemia, vuoi pure (e spesso) per fragilità psicologiche. «E noi ci incarichiamo di ascoltare», dicono i volontari della Caritas.

Basso e medio Chiese, da Valdaone a Bondone passando per Pieve di Bono-Prezzo, Castel Condino, Borgo Chiese e Storo: vocazione produttiva, poco meno di diecimila persone. Fra volontari e simpatizzanti la Caritas conta una ventina di adepti, disseminati un po' in tutti i paesi, che preferiscono (preferirebbero) esercitare un servizio di ascolto, di attenzione agli altri.

«Ci interessa instaurare un rapporto di fiducia con le persone», ci racconta uno degli animatori dell'associazione, «l'aiuto viene dopo. Ci interessa risolvere i problemi che stanno al fondo del disagio delle persone. Normalmente quando una persona è in difficoltà è perché dietro ci sono disagi più profondi».

A proposito di disagi profondi, a preoccupare particolarmente in questo fazzoletto di terra è il gioco d'azzardo. E se ascolti i volontari ti parlano di interventi riusciti grazie alla collaborazione dei gruppi di auto mutuo aiuto organizzati a Tione. «Ma non è facile. Poi, spesso, restano le macerie: debiti, fallimenti familiari». «Anche nell'ultimo anno la nostra Caritas di valle ha ascoltato con attenzione la voce di quanti si trovano in difficoltà», ribadiscono i volontari, confermando che si punta soprattutto sull'ascolto. Ma non manca chi considera il sodalizio come una sorta di bancomat al quale chiedere soldi o comunque interventi concreti.

Per questo nel bilancio economico-sociale del 2021 non si può non toccare proprio l'aspetto degli interventi materiali. Allora saltano fuori le 550 borse alimentari consegnate, anche con la fattiva collaborazione della Croce Rossa, che funge da polo logistico. Riguardo alle famiglie in difficoltà si fa riferimento ai servizi sociali, che forniscono le indicazioni.
 

61 sono stati gli interventi mirati e specifici. Nel dettaglio: bancali di legna per sollevare alcune famiglie dal freddo invernale; sostituzione di elettrodomestici guasti come lavatrici, frigoriferi o fornelli a gas «che per quanto possibile abbiamo acquistato usati, ma in ottimo stato»; acquisto di scarpe e biancheria; pagamento di ticket e farmaci non mutuabili; pagamento di alcune bollette per evitare lo stacco utenza; dono di tessere alimentari gift.

Le nuove famiglie conosciute, come raccontano alla Caritas «sono sette, e portano il totale dei nuclei familiari seguiti ed accompagnati a quarantasette, grazie al nostro servizio di ascolto, di segretariato e di consulenza, che indirizza e consiglia le persone in difficoltà».

Non finisce qua il servizio. «Abbiamo anche contribuito, assieme ad altre realtà associative di valle e con il contributo determinante di Fondazione Comunità Solidale di Trento, a trovare una sistemazione abitativa decorosa per quattro lavoratori stranieri presso lacanonica di Baitoni. Provvidenziali infine sono state le entrate provenienti da donazioni di privati e di aziende, che ringraziamo di cuore, e da alcune attività dei nostri volontari come l'offerta di ceppi natalizi e di fiori».

Anche se c'è da giurare che nell'associazione ai fiori si preferiscano le opere di bene. Per informazioni rivolgersi ai volontari, se si conoscono, o al diacono Giuseppe Mazzocchi di Condino.

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