Basta messe in teatro La chiesa quasi pronta

di Denise Rocca

Una nuova, moderna, chiesa, in calcestruzzo fuori e tanto legno all'interno è ormai pronta per accogliere i fedeli di Ponte Arche, dopo mesi di messe nel teatro parrocchiale.
La prima celebrazione si sarebbe dovuta tenere domenia prossima 13 dicembre, con l'arcivescovo Lauro Tisi , ma - vista la situazione sanitaria - non se ne farà nulla: la chiesa sarà consacrata il 31 gennaio, per S. Giovanni Battista (patrono della località), e non sarà aperta neppure per la messa di Natale. 

I lavori si sono resi necessari perché la vecchia chiesa era diventata troppo piccola per accogliere una comunità di fedeli che durante i mesi turistici, con l'apporto degli ospiti, raddoppia: la chiesa vecchia poteva ospitare circa 120 persone a sedere e una quarantina in piedi, la nuova struttura ha il doppio dei posti. C'erano poi problemi strutturali, dal riscaldamento vetusto al tetto che presentava inflitrazioni. La nuova chiesa ha anche cambiato l'orientamento, posizionando l'abside ad est in maniera più corretta rispetto alle caratteristiche dei luoghi di culto.
Entrando, ricollocato in fondo alla nuova aula, dirimpetto all'altare, scavato nella parete che sostiene il declivio a monte, emerge il fonte battesimale. Vicino a questo, scavato anch'esso nella muratura massiva di fondo, prende posto un piccolo spazio per la riflessione e la preghiera, annunciato dalla statua del Sacro Cuore, il quale prepara al sacramento vero e proprio della confessione che avviene all'interno di due piccole celle laterali.
Il nuovo presbiterio trova invece posto nella parte opposta al fonte battesimale e l'abside della vecchia chiesa, persa la sua funzione originaria, si ridefinisce e carica di nuovo significato diventando lo spazio per la preghiera e l'adorazione della riserva eucaristica.

Rimangono, proprio nel vecchio abside, le parti affrescate mantenute dalla precedente struttura: la Madonna Ausiliatrice - alla quale è dedicata la chiesa - e alcuni angeli festanti. Peraltro, sono riemerse le opere e i colori originali di Matteo Tevini , modificati da un intervento successivo. Si ritrova così l'abside originario del 1930.
Nuova posizione anche per il coro: abituati a scorgerlo appena, alle spalle del celebrante, i fedeli potranno invece ammirarlo in un posto più centrale, ai piedi del nuovo presbiterio.
Il nuovo orientamento ad est dell'impianto liturgico modifica anche l'uso della luce nella chiesa: filtrata attraverso le vetrate progettate dall'artista Mauro Cappelletti , la luce entra all'interno dell'aula ritmata dal naturale evolversi del tempo e spiritualizzata dal colore del turchese, la tonalità predominante utilizzata nelle vetrate. Sempre di Cappelletti è la grande opera d'arte dietro al battistero: una grande tela su telaio in legno, 3 metri e 80 per un metro e 90, un tema in assonanza con le vetrate dove a dominare è il blu. Una "pala" contemporanea per una chiesa figlia del suo tempo. 

È praticamente tutto pronto a Ponte Arche. Mancano solo la posa degli arredi interni e il riposizionamento delle 14 stazioni della via Crucis ereditate dal vecchio edificio. È già pronto anche un bollettino parrocchiale tutto dedicato alla cronistoria delle chiese di Ponte Arche: da quando, nel 1966, per la prima volta si parlò del bisogno di una struttura più grande fino ad arrivare ai giorni nostri.
Il cammino della chiesa e della comunità che l'ha voluta, autotassandosi al tempo per costruirla e contribuendo oggi anche con importanti lasciti di benefattori, è ricostruito sul bollettino dal professor Severino Riccadonna in una pubblicazione che aspetta solo gli ultimi ritocchi per andare in stampa. In questo sciagurato 2020 l'inghippo all'inaugurazione è l'andamento della pandemia.
D'altronde le cose non andarono proprio secondo tradizione nemmeno nel 1930: la prima chiesa di Ponte Arche fu infatti benedetta ill 27 novembre del 1930 dal decano di Lomaso perché il vescovo di allora non poteva partecipare, ma la chiesa per Natale doveva ben essere a disposizione dei fedeli.

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