Bosco: «Lo sci è l'elemento preponderante»

di Jessica Pellegrino

Lo sci era, è e dovrà continuare ad essere il motore principale del turismo in Val Rendena. Ne è estremamente convinto il direttore delle Funivie di Madonna di Campiglio, Francesco Bosco che lo ha ribadito con forza anche giovedì durante l’incontro «C’era una volta la neve», promosso dalle Casse Rurali di Pinzolo e Adamello Brenta.

«Lo sci, nel turismo della Val Rendena e non solo, è l’elemento preponderante» aveva sottolineato Bosco. Un assunto da cui era partito anche l’intervento di Maurizio Rossini, direttore di Trentino Marketing sottolineando come «lo sci rimarrà sempre il prodotto invernale per eccellenza di Madonna di Campiglio».
Allo stesso tempo però una visione messa in crisi, per certi aspetti, dai dati presentati dalla professoressa Maria Della Lucia, docente dell’Università di Trento, relativi ad un’indagine Ispat del 2014.
Numeri, questi ultimi, che segnalavano come l’impatto economico dei turisti non fosse strettamente legato al modello «total-ski» tradizionale e si fosse assestato su un 60% di sciatori e un 40% di non sciatori.

«Per quanto riguarda l’ambito di Madonna di Campiglio - commenta il giorno successivo Bosco - penso che nessuno possa credere che lo sci non sia l’elemento attorno a cui ruota il nostro turismo. Io capisco che si tratti di statistiche realizzate con i dati ufficiali trasmessi dalle località, ma probabilmente non sono congrui, almeno per quanto riguarda la nostra zona».
A dimostrarlo, per il direttore della ski area Madonna di Campiglio, sono sempre i numeri.

«I miei dati sono diversi e mi dicono che i primi ingressi nella nostra ski area sono in continua crescita. A marzo della stagione 2012/2013 avevamo raggiunto i 799 mila sciatori, oggi, nello stesso periodo abbiamo superato il 1.001.000». Difficile per Bosco pensare quindi ad un futuro diverso «questa presenza sulle nostre piste da sci ci indica che sempre di più le persone che vengono qui, lo fanno per sciare».
L’analisi di Bosco non si ferma però ai dati generali «in altissima stagione - prosegue - siamo oltre le 15 mila presenze tutti i giorni mentre a febbraio e a marzo siamo andati sopra le 12 mila presenze giornaliere rispettivamente per 16 e 9 giorni». Numeri importanti dunque anche perché, commenta ulteriormente Bosco «quando saliamo sopra i 12 mila giornalieri cominciano le code e troppa gente sulle piste».
Il tutto senza considerare un altro fattore strettamente legato al titolo dell’incontro stesso: la neve. «Dobbiamo ricordare - spiega il direttore - che negli ultimi 3 anni, la neve è stata poca e abbiamo potuto garantire il servizio solo grazie ad un innevamento programmato efficiente e di qualità».

Non manca poi una riflessione sul futuro: «Se è vero che si vuole andare ad aumentare la ricettività di Campiglio credo sia importante mettersi ad un tavolo e cominciare a ragionare anche sulle possibilità che noi oggi, come Funivie, possiamo dare perché, nelle condizioni attuali non penso che la nostra struttura possa sostenere ulteriori aumenti».
Il riferimento, neanche troppo velato, è ad un ampliamento del demanio sciabile. «Qualcuno ci dovrà dire - aggiunge Bosco - se ed eventualmente dove ci possiamo allargare. Io la pongo come riflessione, non solo da parte di Funivie, ma anche come comunità». Una tematica quest’ultima che riporta alla mente una questione: l’area Serodoli. «Assolutamente no - frena Bosco - per piacere non parliamo di Serodoli. Guardiamoci attorno, riflettiamo, troviamo altri luoghi. Ci dicano dove possiamo andare».

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