Storo, crolla la griglia in classe La plafoniera in testa al bambino

«Pezzi in metallo, graffi alla fronte»

Dramma sfiorato, mercoledì mattina, alle scuole medie «Don Milani» di Storo dove uno degli alunni, un ragazzo proveniente da un paese vicino, è stato colpito alla testa dalla griglia di metallo di un lampadario al neon, precipitata dal soffitto. Subito soccorso e medicato in classe, è stato poi raggiunto dai genitori che però erano impegnati fuori dalla valle, ed hanno dovuto accorrere facendo una corsa in auto di svariati chilometri.

Diciamo subito che il bambino sta bene: «Ha solo dei graffi sulla fronte, per fortuna il pezzo di metallo non lo ha colpito sulla testa o in un occhio» ci racconta il padre. «È stato medicato e disinfettato, non ho neanche ritenuto di doverlo portare al Pronto Soccorso e giovedì era di nuovo a scuola».

Il problema, ci ha detto il genitore che fra l'altro è esperto in materia per motivi professionali, è stato il cedimento di un diffusore di alluminio fissato sotto la lampada a due neon. «Sono diffusori di vecchio tipo, oggi hanno tutti una molla di sicurezza che non permette lo sganciamento. Quelli lì - ci dice il papà del ragazzo colpito - sono invece avvitati, e andrebbero cambiati tutti, o almeno controllati uno per uno».

Il pezzo di metallo, lungo circa un metro e largo 20 centimetri, ha in pratica «sfiorato» con le alette il volto dell'alunno: «Ho parlato subito con il dirigente, professor Alberto Paris, che mi ha assicurato di essere il responsabile di ogni evento accaduto. Ma io - spiega il genitore del ragazzo - ho fatto presente che prima di far entrare i ragazzi nelle aule avrebbero dovuto fare una verifica della sicurezza. Per questo ho scritto una lettera al Comune, alla Polizia Locale e forse la inoltrerò all'assessorato all'istruzione di Trento. Ora il dirigente mi ha detto che stanno facendo un controllo in tutte le classi, ma lo fanno con i ragazzi dentro! Mi sembra un po' strano» dice il papà.

Comunque la famiglia dell'alunno rimarrà vigile: «Ora vedremo se resteranno cicatrici o altro dalle ferite a mio figlio. Ma soprattutto - ci spiega il genitore - vorrei che non accadesse ad altri».

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