Funivie Campiglio, società in continua crescita

Stagione salva grazie al bacino Montagnoli

di Alberta Voltolini

Bilancio economico straordinariamente positivo quello approvato ieri dagli azionisti delle Funivie Madonna di Campiglio. I numeri, relativi all’estate 2015 e all’inverno 2015/2016, parlano di una società che continua a crescere, anche nelle stagioni critiche come quella passata fortemente penalizzata dalla mancanza di neve naturale. I proventi lordi del traffico sono aumentati del 3,75% (+13,01 nel biennio) passando da 25 milioni e 120mila euro a 26 milioni e 61mila euro, i passaggi del 2,32% (+14,51% nel biennio) crescendo da 9 milioni e 759mila a 9 milioni e 985 mila, i primi ingressi totali hanno registrato un trend positivo del 3,89% raggiungendo il numero di 1 milione e 224mila (1 milione e 179mila l’anno precedente).

L’utile di esercizio del bilancio chiuso il 30 aprile 2016 ha dunque sfiorato la cifra di 4 milioni di euro (3 milioni e 950mila euro). «La società ha capacità di generare reddito e fare cassa», ha commentato con soddisfazione il presidente di Funivie Madonna di Campiglio, Sergio Collini.
Conti alla mano, il bacino di accumulo del Montagnoli è stato fondamentale per garantire una sciabilità molto buona già dalla fine di novembre. La prima nevicata, di soli 40 centimetri, è arrivata tra il 10 e il 12 febbraio. Un po’ meglio è stato febbraio e ancora di più marzo, ma lo spessore del manto nevoso, nella zona più alta del Grostè, considerando la pioggia e lo scioglimento, è stato al massimo di 1 metro (3,4, invece, i metri caduti durante tutta la stagione). In una settimana, dal 21 al 28 novembre, sono stati utilizzati 300mila metri cubi di acqua che hanno prodotto 600mila metri cubi di neve. In tutto l’inverno, invece, sono stati prelevati 600mila metri cubi di acqua e generati 1 milione e 200mila metri cubi di neve.

Gli incassi di dicembre hanno avuto una flessione di 750mila euro, ma a gennaio e febbraio si è recuperato con cifre in positivo rispettivamente di 640mila e 470mila euro; marzo ha segnato un aumento negli incassi addirittura di 800mila euro. Strategico, come ha affermato il presidente Collini, rimane l’ampliamento verso Serodoli creando un’area gemella al Grosté. «Dobbiamo continuare a insistere - ha aggiunto il presidente di Emmeci Group (Spa che detiene la maggioranza delle azioni in Funivie Campiglio) Marcello Andreolli - perché solo così possiamo rimanere al passo con le altre destinazioni invernali delle Alpi».

Intanto, rimane aperto l’interesse delle Funivie campigliane per l’acquisizione del 70% delle quote di Valli di Sole, Peio e Rabbi Spa (questa società possiede la maggioranza delle azioni ordinarie di Funivie Folgarida e Marilleva) messe in vendita dal curatore fallimentare di Aeroterminal Venezia Spa. Il prezzo a base d’asta, con offerte da presentare il 31 ottobre, è di 31 milioni di euro più 7 milioni di euro di finanziamento bancario da estinguere da parte dell’acquirente, come si legge nelle pagine del bilancio presentato da Funivie. «È ora di diventare protagonisti - ha sollecitato l’avvocato e futuro presidente di A22 Luigi Olivieri - e la nostra società, che ha la capacità finanziaria e industriale per poterlo fare, deve prendere in mano l’acquisizione del pacchetto azionario. L’obiettivo è la Skiarea, che non può essere solo un accordo commerciale».

Qualche appunto, oltre ai complimenti, è arrivato da Luca Mandrioli, vice-presidente di Funivie Folgarida Marilleva che, dopo aver evidenziato l’eccezionalità del bilancio in approvazione e sottolineato come la Skiarea sia una scelta vincente da non abbandonare (in due anni la vendita di skipass Skiarea è cresciuta quasi del 30%), ha voluto ribadire alle Funivie di Campiglio come negli ultimi otto anni sul fronte solandro siano stati realizzati ben 55 milioni di lavori e progetti. «In più - ha aggiunto - come soci di prestigio di Funivie Campiglio, con il 25% delle quote, pur non sedendo in Cda vorremo conoscere le scelte strategiche e industriali di Funivie di Campiglio. Serodoli è fondamentale, ma anche i rischi vanno condivisi».

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