Bimbi picchiati dai compagni. Un genitore: "Atti frequenti"

Bullismo. E’ un fenomeno da città o si propaga anche nei tranquilli paesi delle valli della periferia? A sentire la testimonianza di un genitore - che preferisce mantenere l’anonimato: la paura di ritorsioni, o semplicemente di irrisione, è dietro l’angolo - non c’è più un territorio indenne.

«Alle quattro di oggi pomeriggio (un giorno della scorsa settimana, ndr) mio figlio, che frequenta la quarta elementare, è arrivato a casa con un labbro rotto. Non sono un genitore apprensivo, ma il minimo che potevo fare era chiedere: “Cosa ti è successo? Chi è stato”. Poteva essere caduto. Invece la risposta, con le lacrime agli occhi, è stata: “I bambini di quinta ci hanno picchiati”. Alle nostre domande, la testimonianza è andata oltre. Ci ha spiegato che una decina di bambini, durante la ricreazione lunga del pomeriggio, ha aggredito sei bambini di quarta, spintonandoli e picchiandoli».

Il papà e la mamma hanno insistito con il bambino per conoscere le ragioni del comportamento dei bambini più grandi: «Hai visto mai che abbiate fatto qualche dispetto? Non abbiamo cavato un ragno dal buco. Nonostante le domande, nessuna risposta. Solo paura. C’è un problema: non è la prima volta che accadono episodi simili. Il guaio è che in un ambiente come quello scolastico sono cose che non dovrebbero accadere, anche perché accanto al labbro rotto ci sono stati i calci nelle parti intime», sostiene il papà. «Il problema più grosso è la diffusione: infatti simili comportamenti si registrano anche alle medie, con bambini che portano via la merenda ai loro compagni e minacciato di picchiarli se parleranno».

La prima domanda che viene di fronte a simili testimonianze è semplice: avete avvisato le maestre? «Certo che sì», risponde il papà. E la risposta? «Non ce ne siamo accorte. Abbiamo replicato: possibile, con venti bambini che si azzuffano?».
La conclusione? «Prenderemo provvedimenti». La spiegazione finale non piace al papà, quando si è sentito dire: «Fino a giovedì la scuola è chiusa. Nelle prossime settimane chiameremo qualche specialista per spiegare la pericolosità del fenomeno del bullismo ai bambini».
Contento? Il papà ci guarda storto: «Ho risposto: se mio figlio riceverà ancora botte, gli dirò di reagire. Sa cosa mi preoccupa? Che viviamo nella società del garantismo, dove i genitori difendono i figli ad ogni costo, nonostante combinino cose indicibili. La scuola dovrebbe essere più rigorosa».

Il dirigente dell’istituto coinvolto conferma che qualcosa fra i bambini è accaduto: «Il fatto è accaduto venerdì pomeriggio, proprio a ridosso di questi giorni di vacanza, io ne sono stato informato questa mattina (lunedì, ndr) quindi non ho elementi al momento per sapere cosa sia accaduto effettivamente o chi è stato coinvolto, perchè oggi  la scuola è chiusa. Non abbiamo ancora avuto quindi la possibilità di accertare l’accaduto, non so dirle se possiamo chiamarlo bullismo o altro. Accerteremo tutto immediatamente al rientro di giovedì. Sono genitore anche io e capisco lo stato d’animo, è nell’interesse di tutti capire, chiarire e prendere le decisioni del caso». 

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