Il laghetto di Montagnoli funziona ed è pure bello

Dopo anni con il naso all’insù e le dita incrociate in attesa di bianchi fiocchi di neve, a Madonna di Campiglio si guarda con più tranquillità al futuro: il laghetto di Montagnoli, in grado di fornire acqua per l’innevamento dell’intero demanio sciistico in soli 4 giorni, funziona, ha già salvato la scorsa stagione, ed è pure bello.
L’inaugurazione durante la Festa delle Regole di Spinale e Manez. «Se il bilancio si è chiuso in positivo per le Funivie di Campiglio è anche grazie al nostro via libera per il laghetto – ha ricordato il presidente Zeffirino Castellani - non tutti erano d’accordo a concedere la busa dela Zedola, ma vorrei ricordare che anche nel 1936 le Regole avevano una decisione contrastata da prendere, la concessione per la slittovia Campo Carlo Magno e Spinale: concedere i nostri terreni si dimostrò vincente e quello che c’è oggi lo dobbiamo anche alla lungimiranza degli amministratori di allora».
Da quindici anni le Funivie Campiglio inseguivano il loro bacino d’acqua destinata alla produzione di neve e ora lo festeggiano come mai nessun impianto prima: «Montagnoli è di grande rilevanza strategica – ha detto Sergio Collini, presidente di Funivie Campiglio – questa stagione Campiglio era una delle poche stazioni sciistiche ad avere le piste pronte a Natale, ed è infatti una delle pochissime in una stagione avara di neve per tutti, ad aver chiuso bene, in assoluto l’11% di crescita è stato il miglior risultato fatto registrare».
Quindici anni nei quali sono state vagliate diverse ipotesi, come i laghi Ritort e Nambino, nessuna riusciva a coniugare gli aspetti economici e quelli ambientali: c’è voluto l’assenso del Parco Adamello Brenta, perchè il terreno sul quale è sorto il lago è per il 40% sul territorio del Pnab, c’è voluto l’assenso delle Regole di Spinale e Manez, proprietarie dello Spinale, che hanno avuto un lungo e sofferto processo decisionale: chi osteggiava l’intervento, parlò a suo tempo di «sudditanza psicologica» con le Funivie alle quali le Regole non riuscivano, si sosteneva, mai a dire di no, di non aver giustamente considerato l’impatto ambientale rispetto all’indubbio vantaggio economico che le Funivie ne ricavavano, di non aver infine preteso abbastanza per un intervento talmente fondamentale per la società Funivie. Sono seguite diverse riunioni pubbliche anche con i regolieri, per una decisione che ha visto anche una forte protesta ambientalista che ha legato il destino di Serodoli dove si era ipotizzta una nuova pista da sci a quello di Montagnoli. Serodoli non s’è toccato, alla fine, e rimane una meraviglia naturale, a Montagnoli c’è oggi un lago dalle acque chiare, circondato da un bosco, appena a valle del rifugio.
Quest’anno il laghetto è stato riempito e svuotato due volte e mezza, significano 480 metri cubi di acqua, di cui 400 metri cubi sono stati impiegati per produrre neve: «Ottocentomila metri cubi di neve - ha detto Collini - che in via teorica riescono a coprire con mezzo metro di neve tutto il demanio sciistico delle Funivie».

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