Storo, si ripete il rito della via Crucis Oltre 3.000 a guardare i Batadùr

Oltre tremila persone hanno assistito alla Via Crucis del Venerdì Santo con i Batadùr lungo le vie di Storo. Dopo due anni di assenza dovuto al maltempo si è ripetuto un antichissimo rito. La processione si è mossa dalla chiesa arcipretale di San Floriano per snodarsi lungo le viuzze e nelle piazze del centro storico insieme ai batedùr de bore. Due le squadre, con più di trenta batedùr che hanno fatto  sentire il frastuono dei colpi sui tronchi di legno, battuti ritmicamente ed anticipati dal caposquadra che picchia sul ferro. Una settantina i figuranti delle quattordici stazioni della Via Crucis, dodici lungo il percorso, due (la prima e l’ultima) nella chiesa e sul sagrato. Proprio qui il momento più emozionante, quello della Crocifissione, con il rullo dei «martellatori» che si fa inquietante come si conviene nel momento dell’ora cruciale e del Sacrificio supremo sul monte Calvario. 

L’antico rito è stato recuperato nel 2003, dopo una pausa di oblio durata una settantina d’anni. Si era, infatti, sul finire degli anni Trenta quando l’allora parroco don Colmano, in accordo con il podestà, decise che fosse venuta l’ora di far terminare questo rito talmente antico da affondare le radici addirittura in epoca pre-cristiana, quando i riti per gli dèi venivano scanditi con i tamburi. Erano tempi in cui la comunità storese credeva a tal punto nella processione dei batedù che ogni contrada aveva la sua compagnia, e si instaurava una sorta di gara fra le compagnie. 

Solo che a forza di allenamenti e prove con tutta probabilità bisognava calmare la sete, e si sa come vanno queste cose. Il parroco e il podestà devono aver pensato che si stava scivolando verso costumi poco cristiani. La ripresa, come capita quasi sempre in simili circostanze, ha avuto un clamoroso successo: il Venerdì Santo a Storo significa chiesa piena e processione partecipata, con i gusci di lumaca, un tempo riempiti con l’olio di noce, ad illuminare le stradine. Canta il coro, rombano le bore pregano i fedeli, mentre in ogni stazione i figuranti mimano le tappe del viaggio di Gesù verso il Calvario. La suggestione è garantita.

GUARDA LE FOTO (GERARDO SAI)

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