Sanità / Il caso

Quel pasticciaccio del nuovo ospedale Mak: se ne parlerà il 26 ottobre in Consiglio Provinciale

Progetti che giravano già 16 mesi prima, poi la «proposta» privata, i costi lievitati, Zanon e Welponer sotto «segreto». Degasperi, Cia e Ferrari portano il caso nell’aula pubblica

SILENZIO Le nostre otto domande a Fugatti

CAVALESE. Forse a fine mese si saprà perché chi era al corrente di tutto ha taciuto, perché i cittadini sono stati tenuti all'oscuro dell'esistenza di un progetto milionario. Milioni di euro di tutti. La storia è lunga e il 26 ottobre si scopriranno cose, forse.

Soldi per l'ospedale delle valli di Fiemme, Fassa e Cembra (un pilastro della sanità trentina)che prima ci sono, dopo vengono tolti dal bilancio della Provincia autonoma; un progetto di ristrutturazione (a tutti gli effetti una ricostruzione edilizia, per 47 milioni) prima sostenuto dalla giunta provinciale e dall'Azienda sanitaria, che poi viene "congelato" per valutare la proposta di un'Ati (Associazione temporanea di imprese) guidata da Mak Costruzioni, che prevede una «città della salute» da costruire nella piana di Masi di Cavalese (costo previsto: da 132 a 138 milioni di euro per 116.000 metri cubi); l'istituzione di un Navip (Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici, composto in buona parte da dirigenti provinciali) chiamato a valutare il pubblico interesse del "pacchetto alla inclusive" promosso dall'Ati in questione (la cordata di imprenditori vede anche Siram, Dolomiti Energia e Banca Intesa come finanziatore), che sarebbe una specie di ospedale privato dato "in affitto" all'ente pubblico; un documento dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari fatto arrivare nel luglio 2021 al Navip in cui si dice, in sostanza, che logisticamente ha più senso l'ospedale nuovo anziché il recupero dell'esistente (facendo quindi una retromarcia e facendo sentire tutto il peso di quest'orientamento).

E infine un'«email fantasma» datata 15 maggio 2020 (vecchia di 16 mesi) con allegati dati e planimetrie circa un progetto di ospedale nuovo, da edificare a Masi: quell'email venne inviata dall'allora presidente della Comunità di Valle Giovanni Zanon all'allora sindaco di Cavalese Silvano Welponer.

Si tratta di informazioni di rilievo pubblico: la valutazione di un progetto che soppianterebbe quello di ristrutturazione caldeggiato dalla giunta dell'oggi sindaco Sergio Finato, ma che non è mai stata resa nota ai cittadini, non in Comunità di Valle, non in consiglio comunale e non in consiglio provinciale.

Il carteggio sospetto tra Zanon e l'ex sindaco (quasi un anno prima della proposta dell'Ati) è stato segnalato al Navip lo scorso settembre dall'attuale primo cittadino Finato che ne ha trovato traccia nell'account email ereditato da Welponer.

Dettaglio non da poco: Zanon ha dichiarato a l'Adige e in conferenza dei sindaci che il suo silenzio era stato chiesto dal governatore del Trentino Maurizio Fugatti.

Il caso della «politica sanitaria opaca» è stato sollevato dal consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi. Fugatti e Welponer finora non si sono fatti trovare per rispondere alle domande. Domande e risposte pubbliche si dovrebbero sentire martedì 26 in consiglio provinciale a Trento. La seduta, con un'informativa, è stata chiesta alla giunta, a nome di tutte le minoranze, dalla capogruppo del Pd del Trentino Sara Ferrari.

Sull'argomento è intervenuto Claudio Cia, consigliere di Fratelli d'Italia, che auspicherebbe un incontro in Quarta commissione del consiglio provinciale: un confronto - dice Cia - più «approfondito» ma che - lo fa notare Filippo Degasperi - sarebbe un po' troppo riservato, visto che alle sedute della commissione partecipano solo 7 consiglieri su 35 e visto che i verbali non sono accessibili.

«Per far sapere ai trentini come stavano le cose c'è voluta la mia interrogazione. Solo dopo tutti hanno iniziato a cantare neanche fossimo a Sanremo (Zanon ha tirato in ballo Fugatti e ha detto che del progetto tutti sapevano, ma i sindaci negano,ndr). A questo punto se c'è altro che i trentini devono sapere (per esempio dove sono finiti i 31 milioni scippati alla val di Fiemme) forse è il caso di dircelo».

Su una linea analoga la consigliera Sara Ferrari del PD, che dice: «Riteniamo fondamentale che venga anche garantito il pieno coinvolgimento degli amministratori locali e della popolazione, cosa che fino a questo momento è mancata, ad ennesima dimostrazione dello scarso rispetto della Giunta Fugatti e della Lega nei confronti dei territori, che vengono sistematicamente sorpassati e non coinvolti nelle decisioni che riguardano il loro futuro, e dell'incapacità di avere rapporti sani con gli altri soggetti ed enti pubblici trentini».

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