A Canazei inaugurata la nuova sede della Scuola di Sci Marmolada

 «L’unione fa la forza» si dice . E a Canazei si vede. Il maestro si fa cento giorni all’anno, giorno più giorno meno, e l’investimento sulla professione è notevole, infatti «il ricambio generazionale non è equilibrato» racconta Luciano Fosco, direttore della Scuola di sci di Canazei.
Ciò nonostante la Scuola di sci Marmolada è la più numerosa della valle e tra le più grandi di tutto l’arco alpino. 
Qui lavorano cento maestri, un gruppo dallo spiccato senso imprenditoriale, sempre all’avanguardia nel proporre e nel proporsi, nell’investire su immagine, strutture e servizi.
Lunedì sera la festa per l’ultimo, cronologicamente parlando, traguardo raggiunto. 
Una sede rinnovata, bella e moderna: grandi vetrate, leggerezza, spazi ampi e luminosi. Un aumento volumetrico di quasi 400 metri cubi che ha permesso di ridisegnare e ripensare tutti gli spazi. 
Dall’ampia hall si ha accesso al bancone per la prenotazione delle lezioni e gli uffici amministrativi o alla sala multifunzionale e l’ampia scalinata che scende porta alla zona noleggio e shop dove oltre 1.000 paia di sci e altrettanti scarponi sono un invito prima ed ammirarli e poi a provarli. 
E chi ha dimenticato guanti e maschera, trova pure quelli, così come tutta una serie di barrette e cioccolate energizzanti che è sempre un piacere trovare nella tasca della giaccavento.
Il direttore della scuola Luciano Fosco ha tagliato il nastro emozionato e orgoglioso. «Questa scuola è stata fondata nei primi anni cinquanta, tre maestri, due uomini e una donna -  a  parlare è uno di loro, Fiorenzo Perathoner. «Nel ‘59 eravamo raddoppiati, 6 maestri, e il nostro ufficio era nella parte storica di Canazei, di fronte all’hotel Bellevue». 
La storia recente, l’ha invece raccontata  brevemente Fosco: la prima casetta in legno del 1975, una adiacente seconda struttura in muratura costruita nel 1983 per realizzare il  kinderland e, al piano seminterrato, lo storico locale Spekkeller, poi nell’89 la sostituzione della casetta in legno con una in muratura e nel 1995 la realizzazione di un corpo centrale per unire le due strutture. 
Nel nuovo millennio, nel 2012 i lavori di ristrutturazione della parte dedicata agli sciatori più piccoli, con pure il ristorante a loro dedicato che va a chiudere definitivamente la Spekkeller. 
Infine i lavori di questo autunno,un milione e 300 mila euro di investimento «realizzato interamente con nostre risorse, senza l’accesso a contributi, con la consapevolezza che questo lavoro migliora l’accoglienza e la soddisfazione dei clienti e ricade sull’intera comunità in termini di immagine» ha sottolineato Fosco.
Come lui anche l’architetto Riccardo Nemela, sua la firma del progetto e anche lui maestro di sci: «L’intervento qualifica sia la professione che il paese». Un beneficio all’immagine tanto del maestro che della località turistica, ma qui oltre all’immagine c’è la sostanza. Alla cerimonia presente anche il direttore dell’Apt Andrea Weiss e Maurizio Bonelli, presidenti Amsi (Associazione italiana maestri sci) che ha esclamato: «Una sede come questa non l’ho vista mai». Don Mario Bravin ha benedetto i locali e le persone intervenute chiedendo «passione da trasmettere, concordia da donare, gratitudine che rende felici per quanto abbiamo fatto e si può fare».

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