La reginetta della Marcialonga si chiama Eleonora Dellantonio

di Stefania Povolo

Quali sono le qualità di una Soreghina, testimonial della Marcialonga? Essere una ragazza attiva, nello sport e nel volontariato, spigliata e certamente di bella presenza, ma capace di comunicare i valori Marcialonga di sportività, positività e internazionalità. 

Questo è stato ricercato nelle quattro candidate che hanno voluto sfidare le proprie capacità al palatenda di Pozza di Fassa giovedì sera, e la giuria ha voluto premiare Eleonora Dellantonio (classe 1999) di Predazzo.

L'abbiamo raggiunta al telefono la mattina dopo la premiazione. Una Soreghina che si farà mettere difficilmente in scacco dalla notte - al contrario di quanto dice la leggenda da cui ha preso il nome - e che saprà dare un benvenuto forte ed entusiasta a tutti gli atleti che la vedranno a uno dei traguardi più agognati degli appassionati dello sci stretto europeo.

«Sono sempre contentissima di conoscere nuove persone e non ci credo ancora che sia stata scelta proprio io. È stato tutto così veloce per me, e continua ad esserlo anche oggi, ma è giustissimo così!» risponde radiosa, mentre le rubiamo un po' di tempo tra il suo lavoro da babysitter e qualche aiuto a un rifugio di Predazzo.

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Qual è la sua passione più grande?
«Amo le lingue straniere. Sto frequentando il liceo ladino di Pozza e il mio sogno, per ora, è diventare traduttrice o interprete con l'inglese, il tedesco o lo spagnolo. Aspetto poi di fare il patentino linguistico per il ladino fassano. Un bel traguardo perchè devo cercare di non dimenticare il mio dialetto pardaciano».

Cosa si aspetta da questo anno, sia come Soreghina, che come maturanda? 
«Ho tantissime cose in ballo, è vero: ultimo anno di liceo, patentino, esami per il corso per Maestri di sci, e non ultimo, questa avventura per conoscere e scoprire il mondo. Mi aspetta un anno pieno di novità».

Non è un po' riduttivo un concorso di bellezza al giorno d'oggi. Cos'è per lei essere Soreghina?
«È da molto che aspetto di poter avere l'età idonea per partecipare a questo concorso, perchè credo sia tutt'altro che un concorso di bellezza. È più una celebrazione della forza femminile, del nostro essere accoglienti ma anche sempre dinamiche, piene di risorse e in grado di sfidare maratone leggendarie, come La Marcialonga. Anche questa storica maratona sugli sci è di genere femminile, e mica a caso. Solo noi donne riusciamo a tenere in piedi tutto e a sorridere ancora».

Cosa significa per te essere una giovane donna al giorno d'oggi? 
«Io credo che siamo sempre superiori nel quotidiano. Abbiamo tantissime potenzialità e la forza per affrontarle. Come nelle gare della Marcialonga ci vuole allenamento, una bella squadra - e sono contentissima che la squadra della Marcialonga mi voglia con sè. L'amore per quello che abbiamo attorno, il territorio e la comunità devono sempre guidarci».

Sul palco lei ha fatto un resoconto dell'esperienza di supporto a portatori di disabilità sulle piste da sci con il Centro Addestramento Alpino di Moena. Che significato ha avuto questa esperienza?
«Ho imparato tanto, soprattutto che spesso, siamo noi che abbiamo la disabilità di non vedere e di non aiutare persone che in quel momento, solo per una condizione sfortunata, avrebbero bisogno di una semplice mano per fare cose per noi incredibili».

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