La Gran Vera piace molto diventi museo permamente

Fabio Chiocchetti, direttore del museo Ladino è deciso: "La mostra La Gran Vera, che ha avuto tanto successo in due anni, rischia di chiudere e non c’è speranza di vedere realizzata quella mostra museale permanente che si auspicava. A due anni esatti dall’apertura, la mostra allestita a Moena continua a riscuotere un notevole gradimento da parte del pubblico e della critica.

Dopo il boom iniziale, favorito anche da un’estate 2014 decisamente piovosa, la media dei visitatori si assesta intorno alle 22.000 presenze annue, includendo quelle derivate dall’attività didattica a cura dei Servizi Educativi del Museo Ladino. Infatti, dal 13 luglio 2014 al 10 luglio 2016, l’affluenza complessiva supera i 44.000 visitatori, mentre i dati relativi all’inizio della stagione estiva manifestano un trend in aumento rispetto al 2015".
Per Chiocchetti "I dati dimostrano ancora una volta (se mai ce ne fosse la necessità) che l’esposizione – integrata ogni anno da una sezione tematica speciale – si mostra tuttora in grado di auto-finanziarsi, producendo incassi pari a circa 60.000 euro annui che

riescono a coprire largamente i costi di gestione. A chiusura del bilancio 2015, coperte le spese per nuovi allestimenti, promozione e personale, si è prodotto un utile considerevole (8.800 euro), destinato a finanziare gli interventi di manutenzione dei percorsi e dei luoghi della Grande Guerra a San Pellegrino. Questo per comune volontà dei Curatori e degli enti organizzatori, il Comune di Moena, il Consei General e l’Istituto Culturale Ladino i quali a fronte di un minimo impegno finanziario hanno consentito all’Associazione “Sul Fronte dei Ricordi” di continuare, anzi di intensificare la sua lodevole opera".

Per contro, dice il direttore, non sembrano delinearsi prospettive concrete per la collocazione della mostra in una sede musearia permanente: «nemmeno la progettata partenza dell’impianto di arroccamento Moena-Valbona sembra aver indotto una riflessione sulle potenzialità dell’area di Navalge in chiave culturale e museale.  Tutti concordano anche nel ritenere inadatto il teatro come sede per un museo della Grande Guerra: una struttura più adatta allo scopo potrebbe in compenso contribuire ulteriormente al contenimento dei costi, nonché ad incrementare il numero dei visitatori. Un’opportunità che non dovrebbe essere sprecata, e che richiede delle risposte tempestive".

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