Moena-Soraga-Costalunga, Sma contro Provincia

I vertici della società Sma (Società mobilità alternativa Moena - Soraga - Costalunga) lo avevano annunciato, e ora sono passati all’azione: battaglia legale contro la Provincia di Trento per l’esclusione del nuovo collegamento funiviario dal Piano per la mobilità di valle e per la bocciatura del project financing. Sono stati così depositati al Tribunale amministrativo regionale di Trento due ricorsi, con annessa richiesta di quantificazione dei danni. Ai quali ovviamente la giunta provinciale resiste.

Il primo ricorso chiede l’annullamento delle delibere provinciali numero 1874 dell’ottobre 2015, numero 31 del gennaio e numero 1538 del luglio 2013, oltre che dell’intesa fra Provincia e Comun Generale che approva il «Piano stralcio della mobilità della Val di Fassa» e le conseguenti delibere del Consei general (numero 3 e numero 14 del 2014). Questo ricorso è collegato al precedente che contestava il diniego provinciale al project financing dell’opera (presentato il 17 giugno 2013). Come si ricorda, per questo primo ricorso la Sma aveva ottenuto una sentenza favorevole che aveva obbligato la Provincia a rifare l’iter della pratica, con l’obbligo di fornire tutta la documentazione chiesta (e non ottenuta) dalla società.

Il secondo ricorso avversa la delibera 2105 del 27 novembre 2015 nella quale la giunta provinciale negava al progetto funiviario lo status di «interesse provinciale», destinandolo insomma a venir accantonato del tutto in termini di finanziamento pubblico. Anche questo ricorso era collegato al precedente per l’accertamento dell’illeggitimità del silenzio-inadempimento serbato dalla Provincia. Anche questo ricorso era stato favorevole alla Sma ed aveva condannato la Provincia.

Il terzo ricorso sempre collegato alle precedenti sentenze del Tar, chiede che venga qualificato il risarcimento dei danni. Quanto? «Noi l’abbiamo ipotizzato per circa un milione di euro» spiega l’avvocato Chiara Bari, amministratore della società fassana: «L’abbiamo determinato alla luce dei fatti. La delibera che ci ha negato il project finance del Navit ha bocciato il nostro progetto anche perché ci hanno attribuito un «van» negativo. Ma era negativo perché Cassa del Trentino ha attribuito al nostro capitale un rendimento del 9 per cento, una cosa abnorme. Questo porta il nostro van ad essere negativo.
Allora, se ci attribuiscono un van del 9%, noi chiediamo esattamente lo stesso, perché un rendimento del 9% non è usuale. Ma spetterà ai giudici deciderlo.
Comunque per noi il grave danno c’è stato - dice Bari - per il ritardo sul project financing».

Per l’avvocato dello Sma è ora di dare battaglia: «Noi siamo convinti della bontà del nostro progetto ed abbiamo il sostegno totale dei nostri soci che ci hanno dato mandato anche nell’ultima assemblea di andare avanti in tutte le sedi legali possibili. Ora aspettiamo la fissazione delle udienze al Tar. Non ci fermeremo». E visto come sono andate le cose al Tar nel precedente contenzioso, a Moena e Soraga ci sperano.

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