No all'impianto tra Moena, Soraga e il passo Costalunga

di Federica Giobbe

Non ci sarà un impianto Moena-Soraga-Costalunga tra le offerte turistiche della Valle di Fassa, alle prese anche con problemi di mobilità (secondo lo studio Eurac pubblicato dall'Adige una settimana fa, il passo Costalunga è il più assediato da auto e moto): la giunta provinciale ha infatti detto "No" al progetto presentato dalla Sma di Moena e dai comuni di Soraga e Moena.

Era il giugno del 2013, quando veniva presentata agli uffici provinciali una «proposta di realizzazione di impianti di collegamento tra Soraga – Moena – Costalunga, nonché di attribuzione della gestione del servizio di trasporto». Da allora, il Dipartimento lavori pubblici ha sostanzialmente espresso l’inammissibilità della domanda, a cominciare dal fatto che non era prevista nel Pup (Piano urbanistic provinciale).  La Sma aveva fatto ricorso al Tar di Trento contro la prima bocciatura e il Tribunale nel suo pronunciamento aveva ravvisato la «necessità di valutare la sussistenza o meno dell’interesse pubblico della proposta». Ma ogni altra istruttoria è risultata negativa.

Ora la Provincia - nel motivare il suo parere finale - ricorda due principali ostacoli: il primo, che l’opera non rientra nel «Piano stralcio della viabilità» del Comun Generale di Fassa. Il secondo, che essa creerebbe problemi paesaggistici. Di più: la Provincia smonta anche l’intento ecologico, e dice che «in base alla proposta presentata si evidenzia come la sua realizzazione non porti alcun beneficio sotto l’aspetto della mobilità alternativa, mentre le criticità evidenziate inerenti i flussi turistici sovrastimati e le proiezioni economico/finanziarie prive di equilibrio, non consentono di iniziare validamente la fase ad evidenza pubblica».

Inoltre, la giunta ritiene che «la realizzazione dell’intervento in finanza di progetto proposto dalla SMA spa non soddisfi l’attuale interesse pubblico della comunità trentina ed, in particolare, del territorio in cui andrebbe a collocarsi l’opera in questione, ossia della Val di Fassa, non essendo nemmeno inserita nel Piano provinciale della mobilità (che può essere approvato anche per stralci territoriali, come avvenuto per la Val di Fassa), che costituisce lo strumento pianificatorio per l’attuazione delle politiche provinciali e per la programmazione delle opere e degli interventi a carattere strategico sotto l’aspetto della mobilità e della mobilità sostenibile». E ciò sarebbe indice della mancanza di pubblico interesse da parte di quel territorio.

Infine il problema tecnico: «Va tenuto conto che anche nel merito paesaggistico della proposta, si rileva come la stessa determinerebbe la realizzazione di un impianto con attraversamento trasversale della Val di Fassa, tra Moena e Soraga, nel punto in cui la valle si chiude in corrispondenza del lago di Soraga e della prospettiva spettacolare che inquadra le cime dolomitiche dei gruppi del Catinaccio e del Sella». Un paesaggio che «va tutelato rispetto a impianti e infrastrutture che determinerebbero un taglio netto e rettilineo delle visuali principali». C’è poi il problema dei soldi: si prevedeva - dice la Provincia - un contributo pubblico di 7,5 milioni di euro. «L’esperienza mostra, tuttavia, come la Provincia in passato si sia talvolta trovata nella necessità di rilevare collegamenti analoghi a quelli della proposta, con ulteriori rilevanti esborsi».

Contrariato il vicesindaco di Soraga Valerio Pederiva: «Siamo ovviamente dispiaciuti per questo diniego,  Soraga è l’unico paese di Fassa privo di infrastrutture turistiche e si trova in una posizione di svantaggio rispetto agli altri paesi; dunque, comunque vada, siamo intenzionati a presentare al Comun General un progetto di mobilità alternativa e di collegamento funiviario. Inoltre ci tengo a ricordare, che Soraga è stato l’unico comune che non ha votato a favore del piano stralcio proprio perchè estromesso dai progetti di valorizzazione impiantistica».

Tra i motivi di bocciatura da parte della Provincia, anche il fatto che il Comun General non abbia inserito nel piano Stralcio territoriale di Mobilità questo progetto: un’affermazione  assolutamente falsa  secondo i Comuni proponenti e la società Sma. Lo spiega l’amministratore delegato della Sma Spa, Chiara Bari, che si dice decisa a fare ricorso e anche a far luce sulle motivazioni date dal Navip (Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici) della Provincia in merito alla proposta di intervento. «Impugneremo questa delibera, e nel contempo abbiamo inoltrato un’ulteriore richiesta per avere nel dettaglio l’ultimo parere espresso dal Navip; non appena la Provincia ce lo invierà lo analizzeremo e presenteremo il ricorso formale».

La Sma - spiegano in valle - ha chiesto più volte alla Provincia i documenti inerenti alle valutazioni negative ottenute, ma ci è voluto un ricorso al Tar ed una diffida diffida per averli: «I nostri soci hanno sostenuto un ottimo progetto e ci teniamo a dire che questa non è una fine» conclude Chiara Bari, «finora abbiamo giocato una partita dove il giocatore era anche l’arbitro. La Provincia ha sbagliato perché i comuni e la val di Fassa vogliono l’impianto e vorrei che si sapesse che ancora oggi, nonostante questo “no”, c’è ancora gente che investe soldi nella Sma e nel progetto impiantistico. Non ci fermeremo».

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