La Ual riparte da Farina e dal Comune unico

di Giorgia Cardini

La «tempesta perfetta» non ha piegato la Ual né rischia di dividerla. Il movimento, chiamato ad analizzare le ragioni della pesante sconfitta subita a maggio nelle elezioni amministrative e a rinnovare il direttivo prorogato un anno fa proprio in vista del voto, ha tenuto sabato la sua Radunanza generela a Campitello, in un teatro parrocchiale dove i numeri non hanno raggiunto quelli visti in altri anni, ma tutto sommato hanno rincuorato la dirigenza uscente. Un centinaio i presenti su 340 iscritti, in un weekend fitto di sagre, desmontegade e altro, è stata ritenuta una cifra soddisfacente.

Ed è da questa platea che parte la riscossa Ual, che non intende rinunciare alla propria identità ed ai propri valori - è stato detto - per inseguire un consenso conquistato da altri parlando «alla pancia» della gente.
Una Ual che ha intenzione di portare avanti il programma presentato alle elezioni del Comun General, mettendo al primo punto quell’unità amministrativa per cui l’ente guidato da Cristina Donei ha lavorato per cinque anni.

L’orgoglio Ual è stato ribadito prima di tutto dal presidente Michele Anesi nel suo saluto iniziale: «Il nostro movimento è stato dipinto come fuori moda, ma i nostri valori non passano di moda». E tra questi valori, per Anesi, c’è la coerenza che ha portato il movimento e la valle «a volere, combattere e difendere il Comun General», un ente che non è «un baraccone» ma rappresenta la massima forma di autogoverno possibile per i ladini di Fassa, come poi è stato ribadito in molti interventi.

A partire da quello del segretario uscente Manuel Farina che sembra proiettato verso la riconferma (a decidere sarà il direttivo rinnovato) nonostante le dimissioni rassegnate a fine maggio, ma mai ratificate. «La Ual deve ripartire dal disegno del Comune unico iniziando da subito a lavorare su un progetto politico amministrativo da sottoporre ai fassani»: un referendum, insomma, per uscire dalle secche attuali.
«La vittoria di Beppe Detomas alle elezioni provinciali del 2013 - ha analizzato il segretario - mai avrebbe lasciato presagire la disfatta subìta a maggio, nelle votazioni per un ente voluto e ottenuto grazie alla Ual, che in questi anni ha cercato di farne anche uno strumento politico amministrativo in chiave anti crisi economica».
Farina ha ricordato il percorso verso le gestioni associate per approdare a una visione unitaria, superando quella campanilistica di ogni Comune: «Il Comun General poteva essere la prima comunità ad avere anche le competenze del Comune e questa visione ci ha portato a comporre la miglior lista possibile fatta di persone senza ambizioni personali ma pronte a spendersi per la valle».
Ma si è scatenata «la tempesta perfetta, una tempesta che ci sta facendo fare troppi passi indietro» dovuta a molti fattori concomitanti: la questione del plurilinguismo a scuola, le polemiche sul disegno di legge anti-omofobia, la presa di posizione a favore della tassa di soggiorno, divisioni interne che hanno fatto male al movimento.
Ma la Ual, per Farina, non può rinunciare ai suoi principi e obiettivi perché «rappresenta una classe politica responsabile contro l’irresponsabilità rappresentata dall’Associazione Fassa», tacciata di leghismo e berlusconismo, di parlare solo alla pancia della gente su temi come l’omofobia, il gender e i profughi «che noi consideriamo un’occasione per dimostrare le nostre qualità umane». Perché «Fassa non può pensare di non essere toccata dai cambiamenti sociali e la Ual ha il compito di guidare questi cambiamenti».
Cambiamenti che riguardano anche l’economia e l’imprenditoria turistica che non può più contare «sull’assistenzialismo provinciale» ma deve essere stimolata a investire autonomamente.
Anche per questo serve un Comun General forte, «che non può essere trasformato in partito: la procuradora Elena Testor deve dimettersi dalla presidenza dell’Associazione Fassa, per rispetto al 49% di elettori che non l’hanno votata ma la considerano procuradora di tutti».

IL DIBATTITO

Manuel Farina si avvia verso la riconferma a segretario politico della Ual. È risultato infatti il più votato nelle elezioni per il rinnovo del direttivo. Sarà poi questo direttivo ad eleggere presidente, vicepresidente e segretario ma non ci saranno grandi sorprese perché l’unico possibile elemento antagonista, rappresentato dal movimento Fassa Lux dell’ex segretaria Teresa Lorenz, ha deciso di restare fuori dalla competizione. La stessa Lorenz però ha chiesto sabato più democrazia e dibattito interno, durante uno dei tanti (14) interventi che si sono susseguiti.
A partire dall’ex sindacalista Floriano Bernard che ha paventato il rischio di perdere anche il seggio provinciale nel 2018 se la Ual non trova nuovo slancio e se non si impone il programma elettorale come tema di discussione nel Comun General. Un’istituzione citata più volte come il fulcro della politica valligiana, da rilanciare contro un immobilismo pericoloso di cui sarebbe responsabile l’attuale amministrazione.
«Può non piacere il comune unico - ha ammonito l’ex procuradora Cristina Donei - ma ci conviene arrivarci da soli prima che ce lo imponga la Provincia».
Una Provincia che si ricorda dei ladini quando in maggioranza serve un voto, si è lamentato Beppe Detomas, ma poi li scavalca su scelte strategiche come quelle relative alla Marmolada.

Ma è soprattutto dalla riaffermazione dell’identità ladina e dal dialogo con la gente, per ricordarle le conquiste portate a casa dalla Ual, che bisogna ripartire secondo Fabio Chiocchetti, storico esponente del direttivo, che non si è ricandidato «come gesto di fiducia verso questo vertice che ha lavorato tantissimo». Un dialogo e un ascolto ritenuti necessari anche dall’ex sindaco di Vigo Franco Lorenz, mentre per l’ex consigliere provinciale Luigi Chiocchetti vanno superate contraddizioni e divisioni interne in favore della coerenza su tutte le scelte future.

Una coerenza che costituisce l’anima della Ual e parte della sua identità, cui quasi tutti gli intervenuti hanno fatto riferimento anche sul tema dei profughi, «indesiderabili» secondo l’Associazione Fassa. «Che problema rappresentano poche decine di profughi?» ha chiesto Giancarlo Dorich. E Fabio Chiocchetti ha ribadito che essere ladini significa anche essere accoglienti e tenere in considerazione chi ha più bisogno.

GLI ELETTI

L'elezione del nuovo consiglio direttivo Ual ha visto 90 schede scrutinate con 38 voti per Manuel Farina, 31 per il presidente uscente Michele Anesi e 19 per Simone Zulian di Pozza. I candidati erano 22 e gli altri membri eletti sono Riccardo Nemela, Riccardo Zanoner, Maurizio Sommariva, Martina Pederiva, Cesare Bernard, Tiziano Davarda, Gianni Rasom, Giorgio Dorich, Franco Lorenz, Barbara Fanton, Ilaria Vadagnini, Maura Chiocchetti, Angelo Jellici, Emanuela Spinel, Gabriele Valentini, Riccardo Donei e Giorgio Mazzel.

Il direttivo, composto da 20 membri e che sarà integrato con la cooptazione di altri 4, perde alcuni esponenti storici come Fabio Chiocchetti, Lucia Gross, Luigi Chiocchetti e Giancarlo Dorich che non si sono ricandidati per lasciare spazio a nuove forze, ribadendo però di restare a disposizione del movimento per aiutarlo in un momento di difficoltà.

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