La Grande Guerra al Museo ladino di Fassa

Grande radunanza ladina per l'Istituto culturale ladino e il Museo di Fassa, che venerdi scorso si è riunito in assemblea per tirare le somme di un anno di attività intensa, insieme alle prospettive future. 
Come ha spiegato il presidente Tone Pollam, la mostra «La Gran Vera - Galizia Dolomiti», a Moena, è la dimostrazione di come la cultura possa portare, anche in tempi di crisi, ad un'economia, ed è stato uno degli eventi più seguiti (con un passaggio turistico da record) sul territorio fassano. Un grazie va al Museo Ladin de Fascia nella figura di Fabio Chiocchetti , al Comune di Moena e al Comun General de Fascia ma soprattutto all'Associazione «Sul fronte dei ricordi», promotrice del progetto museale e di una serie di eventi correlati.

Inoltre, ha prontamente sottolineato Chiocchetti, direttore del Museo Ladino e dell'Istitut cultural, «la mostra dimostra che la sezione sulla grande guerra è necessaria e che abbiamo perso 15 anni per niente; perché in questi anni la mostra si sarebbe autofinanziata e i dati di questa stagione lo dimostrano. Per quanto riguarda il Museo Ladino, invece, ha avuto un incremento in virtù di un'estate di pioggia e di riflesso alla mostra, visto che avevamo sconti e promozioni; ma soffre sempre della zona periferica in cui si trova, mentre in una zona centrale della Val di Fassa avrebbe di certo altra audience. Peccato avere una struttura di grande merito, ma sottoutilizzata e poco valorizzata anche dal punto di vista turistico».

Per il 2015 l'Istituto Ladino ha in previsione la valorizzazione continua di questa mostra-evento con un programma di eventi correlati. 

Nuovo e rivisitato il vocabolario lessicale fassano; uno strumento che sarà essenziale, ha spiegato Chiocchetti, ricco di quella rilevanza morfologica che ha la caratteristica di unificare il patrimonio linguistico di Fassa con neologismi, proverbi, sinonimi ed aggettivi; vere e proprie memorie di più di cento anni fa, rivisitate nel contemporaneo. Un excursus sulla creazione di parole ladine, anche antichissime (come modi di dire), che aiuteranno le diverse generazioni a fare uno sforzo per far sì che diventino patrimonio linguistico di tutti, ovviando al problema della destrutturazione del sistema linguistico ladino. Altre novità per il 2015 è l'allestimento di una sezione didattica-museale «l Segat» presso la vecchia segheria dell'Asuc a Pozza di Fassa, insieme alla sperimentazione di percorsi educativi.

Previsti nuovi adeguamenti agli archivi, sia audio che video, e alla sezione catalogazione della biblioteca del Museo Ladin e dell'Istitut, insieme alla promozione di concerti di musica in lingua ladina, per riconoscere l'arte e la cultura di Fassa in modo sempre originale e creativo.

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